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L'ignoranza
Venerdì 17 Settembre 2010 07:48

Può la realtà superare la piú cinica e becera delle immaginazioni? Si. C’è una foto che ha fatto il giro del mondo turbando le coscienze dei piú e gridando vendetta ma che alla fine come tutto o quasi nell’attuale temperie è scivolata via nel dimenticatoio della memoria; esattamente come un brutto incubo da scacciare via al risveglio.
E’ stata scattata in Pakistan da Mohammad Sajja nelle strade di Azakhel un campo di fortuna a 19 chilometri da Peshawar.
Trattasi di quattro piccoli, vittime come tanti loro connazionali della terribile alluvione che ha flagellato il Paese, sono riversi in terra com’è tipico di tanti bambini che attraversano la piú sublime delle fasi della crescita: l’infanzia. 
Ti aspetteresti di cogliere negli occhi e nel fisico la certezza di un domani migliore e la gioia di vivere, ma è altro ciò che con terribile crudeltà ti si para davanti schiaffeggiandoti la coscienza e inchiodandoti a delle responsabilità che mai vorresti avere: la sofferenza altrui come conseguenza del proprio scellerato modus vivendi.
Il loro sguardo è perso nel vuoto mentre i loro corpi sono assaliti da nugoli di mosche che impietose ronzano loro intorno senza tregua.
Rifiuti o meglio scarti umani. 
Scarti di una società sempre piú consumistica e iperattiva, scarti di un’umanità che assalita dalla fame bulimica di ricchezza e potere non fa altro che rinnegare se stessa, scarti di uomini e donne che guardano oltre andando però di fatto con passi da gigante all’indietro.
Cosa può spingere due genitori a mettere al mondo dei bambini che non conosceranno mai un’esistenza serena? 
Cosa può portare un uomo e una donna a procreare  avendo di fatto la certezza di non poterli neanche sfamare?
Cosa può indurre una madre a dare alla luce un bambino che probabilmente non conoscerà mai l’età adulta?
Tante volte dinanzi a questi interrogativi solo una è stata la risposta che sono riuscito a darmi: l’ignoranza. Un’armatura che atrofizzando la mente e distorcendo la realtà fa regredire l’uomo ad un’esistenza che lungi dall’essere paragonata a una umana altro non è che un becero surrogato di un vivere all’insegna dell’istinto e dell’indistinto.
Temo l’ignoranza esattamente come la crudeltà, sovente facce di una medesima medaglia ma ciò che piú mi spaventa però è l’indifferenza di chi pur sapiente specula coscientemente sull’ignoranza altrui. E’ la politica dell’assistenzialismo quella che da sempre l’occidente opulento e menefreghista pratica nei confronti degli ultimi della terra.

Arrivederci a domenica 26 settembre 2010.

Scritto da Raffaele de Chiara   
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