Martedì 12 Ottobre 2010 14:18 |
Sono trascorsi quasi 150 anni da quando la parola 'mafia' è comparsa per la prima volta, nel 1863, in un testo scritto: si trattava di un’opera teatrale i cui protagonisti erano uomini dotati di un profondo senso morale, spietati nei confronti dei prepotenti ma pronti a soccorrere i bisognosi, un’ immagine che rimane a lungo e tenacemente radicata nell’immaginario collettivo.
Firmato Massimo Picozzi, uno dei maggiori esperti italiani di criminologia, questo volume è la prima storia fotografica mai realizzata di Cosa Nostra. "L'impegno - dice 'autore - è stato quello di restituire fatti e protagonisti attraverso le immagini, accompagnandole con didascalie narrative che non prevalessero sugli scatti nel loro valore di documento, nella loro capacità di trasmettere emozioni". Partendo dalle origini del fenomeno mafioso in Sicilia, racconto e immagini attraversano epoche e continenti diversi: la grande emigrazione negli Stati Uniti con la formazione delle prime famiglie mafiose e il Proibizionismo, gli eventi che hanno accomunato le due organizzazioni - Cosa Nostra siciliana e Cosa Nostra americana, nettamente separate ma in continuo dialogo - come la liberazione del territorio italiano durante la seconda guerra mondiale e più recentemente le operazioni internazionali denominate 'Pizza Connection', 'Old Bridge' e 'Paesan Blues', i sanguinosi conflitti tra le cosche mafiose, il maxiprocesso italiano del 1986, la stagione delle stragi. Si susseguono nomi e ritratti di criminali entrati nella leggenda popolare, come Al Capone e Bugsy Siegel, o assurti all'onore delle cronache per la loro efferatezza, come Totò Riina e Bernardo Provenzano. Accanto ad essi spiccano le figure di coloro che sono stati vittime della mafia, a testimonianza del costante impegno civile di magistrati, forze dell'ordine e privati cittadini. Come evidenzia Pietro Grasso nel suo contributo, "la cultura della legalità va oltre la semplice osservanza delle leggi e delle regole…è la forza dei deboli, delle vittime dei soprusi e delle violenze, dei ricatti del potere". "La mafia banalizza i valori legati alla dignità della persona, li irride, li calpesta, perché è sopraffazione, intimidazione, prevaricazione, collusione, corruzione, compromesso, complicità. È l'eclissi della legalità". L'AUTORE |
Scritto da Massimo Picozzi |