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Strage di Piazza della Loggia, una sola verità
Domenica 21 Novembre 2010 16:47

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«Avevo soltanto diciotto anni all'epoca» la guardo negli occhi e cerco di immaginarla poco più che adolescente ma non ci riesco, è quasi contro natura rappresentarsi la propria madre da ragazzina.

In tv i titoli del tg della sera danno la notizia della sentenza dell'ultimo processo riguardante la strage di Piazza della Loggia a Brescia; nel mentre la conduttrice con voce chiara e ferma scandisce: «Tutti assolti per insufficienza di prove i cinque imputati» sullo schermo scorrono le immagini di allora.

Si manifestava pacificamente contro il fascismo quando alle 10:12 del 28 maggio 1974 l'esplosione di una bomba uccise otto persone e ne ferì cento.

«Ero all'inizio della carriera e ricordo ancora alla perfezione quella mattina quando mi chiamarono e mi chiesero di correre a Brescia. "E' successo qualcosa" mi dissero, null'altro. Dopo un po' mi ritrovai a calpestare sangue e cadaveri» Lo guardo in volto, il viso severo è rabbonito solo da un rassicurante sorriso che vezzeggia senza inficiare la normale distanza che sempre c'è tra un direttore e un redattore. Giuliano De Risi direttore, dell'Agi la seconda agenzia di informazione in Italia dopo l'Ansa, era anche lui lì e fu tra i primi cronisti ad accorrere.

Cerco anche questa volta di raffigurarmi il mio interlocutore diverso da come mi appare oggi ma è opera vana, ho ventotto anni e da allora ne sono trascorsi trentasei.

Anche ora cerco con la mente di catapultarlo a trentasette anni orsono quando magari i suoi capelli bianchi erano neri e il suo simpatico viso solcato ora da qualche ruga completamente disteso e raggiante, ma non ci riesco, il presente prende il sopravvento.

Otto morti, cento feriti e trentasei anni di processi non sono stati in grado di esprimere una ricostruzione univoca riguardo quella carneficina.

Rabbia ma soprattutto disorientamento è ciò che provo oggi nel guardare l'incanutirsi di mia madre; lo sguardo rigido di quel cronista di allora, affermato direttore oggi e il battersi senza sosta di un giovane divenuto ormai uomo segnato da un lutto senza ragione.

Intanto sullo sfondo della Storia, imperterrita e cinica continua a campeggiare un'unica verità: sono morti perché si trovavano nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

Cordialmente

Raffaele de Chiara

Scritto da Raffaele de Chiara   
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