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Il rispetto e la libertà
Lunedì 06 Dicembre 2010 10:02

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Un volo da un'anonima stanza al quarto piano di un ospedale romano. Così se ne è andato per sempre in un'uggiosa sera di novembre Mario Monicelli, uno dei più grandi registi del cinema italiano. Aveva 95 anni.

"I soliti ignoti", "La grande guerra" e "Un borghese piccolo, piccolo" sono solo alcuni dei suoi capolavori tragicomici che hanno fatto la fortuna del cinema in Italia e nel mondo.

La sciatta italietta si interroga ora sul significato di quel gesto estremo.

Grandissimo atto di coraggio secondo alcuni, mossa disperata di un uomo solo, secondo altri.

Darsi la morte a 95 anni quando ancora si è governati da una piena lucidità e da una passione civile che anche in tarda età ti porta a scendere in piazza per protestare, cosa rappresenta per i giovani?

Semplicemente la libertà, declinata in una delle sue più nobili espressioni: la salvaguardia della propria dignità.

In quel corpo straziato in terra coperto a malapena da un lenzuolo che intriso di pioggia lascia intravedere i resti di un corpo anchilosato dal tumore alla prostata, che a quanto pare non gli avrebbe più lasciato scampo, vedo l'ultimo sussulto di probità di un uomo che ha fatto dell'autodeterminazione una propria ragione di vita.

In quelle spoglie ricomposte in una bara di legno ed esposte con grande sobrietà all'interno della "Casa del Cinema" di Roma con sullo sfondo il primo piano del suo volto, lungi dal trasmettere coraggio o disperazione lancia un unico messaggio: comunque voi la pensiate non smettiate mai di credere nelle vostre idee e nei vostri valori.

Nel dolore opportunamente nascosto dei familiari colgo la grandezza del rispetto di scelte che in fondo appartengono soltanto a chi dell'esistenza ne è padrone: Dio per i credenti, l'uomo per chi non è baciato dal dono della fede.

Amo la vita, del resto alla soglia dei trent'anni è difficile che sia diversamente; ma quel volo di un uomo libero che quasi centenario decide di dire basta senza il lezzo ripugnante del sotterfugio, l'eutanasia sebbene vietata in Italia è consentita altrove o applicata di fatto anche qui, mi ha insegnato ciò che nella vita davvero conta: il rispetto degli altri senza mai rinunciare alla propria libertà.

Grazie maestro.

Cordialmente

Raffaele de Chiara

Scritto da Raffaele de Chiara   
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