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Alternative all'incenerimento dei rifiuti
Venerdì 24 Dicembre 2010 15:56

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In Italia i costi della gestione dei rifiuti sono inversamente proporzionali alla sua efficienza: meno funziona e più la si paga, anche a peso d'oro come nel caso di Napoli dove la spesa annua per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ammonta a 453€, quasi il quadruplo rispetto ad Isernia (122€), la città meno cara d'Italia.

Un piano alternativo per lo smaltimento di rifiuti in Campania è possibile. Lo sanno bene i comitati e comincia ad esserne consapevole anche la società civile. Un piano che non farà fatturare tanti euro all'Impregilo o all'A2A ma che eviterà di contaminare ulteriormente l'ecosistema campano. Un piano presentato agli enti locali e al Prefetto di Napoli, perché occorre rientrare nella normale gestione di un normale servizio pubblico. Tra cortei e iniziative il movimento per un altro ciclo dei rifiuti avanza la sua proposta.

Un documento presentato a tutte le istituzioni competenti meno che al governo guidato daBerlusconi. Un documento tecnico che già nell'indicazione dei destinatari pone fine all'emergenza dei rifiuti in Campania e proclama la gestione ordinaria. Un piano per la gestione e smaltimento dei rifiuti mandato al Prefetto di Napoli, al Presidente della Regione Campania, al Presidente della Provincia di Napoli e al Sindaco di Napoli. Tale documento, volutamente, non è stato spedito alle società incaricate alla gestione delle discariche, alla raccolta dei rifiuti, alla costruzione e avvio dei termovalorizzatori. Un documento intriso di buon senso. Forse l'unico atto di buon senso registrato in tutta la crisi dei rifiuti in Campania. Ma al contempo irrealizzabile, perché non permette di far fatturare un solo euro a tutte quelle società, garantite da esponenti politici niente affatto al di sopra di ogni sospetto, che fino ad oggi hanno vinto appalti più o meno redatti ad hoc affinché tali società vincessero.

Un documento che ritiene -necessario un cambio di rotta- nellaprogrammazione e gestione dello smaltimento di rifiuti e che considera -crimini contro l'umanità la costruzione di inceneritori e discariche di tal quale-. Oltre alla raccolta differenziata porta a porta i comitati propongono l'immediata -realizzazione di impianti per il trattamento della frazione organica dei rifiuti (impianti di compostaggio-. Non un principio teorico, ma un progetto fattibile con dati alla mano: -La quantità di rifiuti urbani prodotti in Regione Campania, stimata con riferimento all'anno 2008, è di 2.765.705 tonnellate annue pari ad una produzione giornaliera di 7.577 tonnellate. Di queste quantità circa un terzo, ossia il 33,62% in peso (circa 2.547 tonnellate al giorno, 929.000 all'anno) è costituito da sostanza organica-. Una corretta gestione della frazione organica priverebbe la mole di rifiuti della parte più consistente. I comitati prendono atto di come -a più di due anni dal Piano redatto dall'ex assessore regionale Ganapini nulla è stato fatto per dotare laRegione Campania dell'impiantistica necessaria; anzi, si è continuato ad usarli come siti di stoccaggio di ecoballe o rifiuti-.

Un ciclo che smette di considerare la differenziazione dei rifiuti come unico atto propedeutico a un più mirato incenerimento. Il documento propone «l'attivazione ed allargamento della filiera esistente per il recupero ed il riciclo di tutti i materiali. Un patrimonio di risorse enorme di carta (1.653,5 ton al giorno, 23,62% dei rifiuti prodotti- dati Linee Programmatiche 2008/2013), plastica (771,4 ton al giorno 11,02%), vetro (405,3 ton al giorno 5,79%), metalli (230,3 ton al giorno 3,29%), tessili (436.8 ton al giorno, 6,24%), legno (133,7 ton al giorno, 1,91%)». Un lavoro che potrebbe essere anche autosufficiente dal punto di vista economico. Se gestito dagli enti comunali la raccolta e parte del riciclo si presenterebbe anche come un'occasione per le amministrazione. Dal riciclo e dal risparmio per il mancato conferimento in discarica arriverebberorisorse economiche importanti per i loro bilanci.

bonifica

un piano che chiede l'immediata bonifica di tutti i siti che hanno ospitato discariche. Per anni la terra è stata avvelenata da rifiuti non trattati e per tanto nocivi. Dall'amianto rinvenuto nella discarica di Chiaiano fino alle -sostanze fortemente cancerogene- trovate nel suolo nei pressi di cava Sari a Terzigno. La Puglia ha recentemente spedito al mittente i rifiuti mandati da Napoli perché non trattati secondo le modalità richieste.a.r. -ami

Alternative ecosostenibile all'incenerimento dei rifiuti

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Scritto da Zappingrivista   
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