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BOLOGNA la tragedia del neonato
Martedì 11 Gennaio 2011 08:04

Bologna_la_tragedia_del_neonato

Gentilissime/i,

Bologna, la magica Bologna deve liberarsi dell' abbraccio mortale dell' indifferenza,

leggere che a Bologna in pieno centro un neonato di venti giorni muore fra l'indifferenza, in una delle città se non la città ritenuta la più civile e accogliente d' Italia dimostra il precipizio dove siamo finiti. Ci aspettiamo una risposta dalla Curia di Bologna.

Bologna ha sempre avuto una sua specificità, la massima attenzione al sociale. Era normale per un territorio che è stato la culla della Resistenza. In Piazza Maggiore lì dove è morto di stenti il neonato, una intera parete del Municipio è coperta da centinaia e centinaia di foto di giovani che consapevolmente dettero la giovane vita per liberare l'Italia dai nazifascisti.Bologna è città pluridecorata di medaglia d'oro al valor civile e militare, l'intera Emilia - Romagna è decorata. Marzabotto, Sant'Anna di Stezzena.Paesi interamente distrutti dall'odio e dalla sopraffazzione di nuomini in preda alla follia criminale mai vista prima.E' di qualche giorno fa l'anniversario della strage dei fratelli Cervi. Abbiamo avuto modo di vedere il documentario del giorno dei funerali di papà Cervi. A Reggio Emilia la piazza era gremitissima, la gente piangeva a dirotto, la cosa che ci ha maggiormente colpito, i volti, tutte le categorie sociali, volti puliti, onesti, affranti ma orgogliosi, consapevoli di aver visto e vissuto il peggio della guerra.

 

Bologna non riesce a darsi una amministrazione, la città di Dozza e di Dallara procede stancamente con il Commissario prefettizio.

Bologna ha l'Università più vecchia d'Italia, chiedete ad un giovane dove gli piacerebbe andare a studiare. il 90% risponderebbe sicuramente Bologna.

Se accade al Sud che un neonato muore di stenti può  passare inosservato, a Bologna no perche  Bologna è ricca, è colta, non raggiunge punte di disoccupazione del 50%; scrive Scalfari:quando tutto questo avviene e si aggrava giorno dopo giorno senza che la classe dirigente se ne dia carico e vi ponga riparo, ebbene,occorre che l'allarme sia lanciato affinche gli uomini e le donne, i vecchi e i giovani di buona volontà si uniscano scrollando dalle loro spalle indifferenza e delusione eprendano in mano il proprio destino e quello della comunità, parlino tra loro e si ascoltino. Per risalire la china in cui siamo precipitati, <>.

La visita del Capo dello Stato a Reggio Emilia. I tre colori della bandiera, i tre principi:libertà eguaglianza fraternità.La rinuncia a quei tre colori e a quei tre principi significherebbe la fine dell'unità perchè su di essi si basa il il patto costituzionale;senza di essi ed anche senza uno solodi essi il federalismo disgrega il patto costituzionale, disgrega la convivenza,disgrega l'economia e la coesione sociale.Facciamo voti perchè ciò non avvenga, ma l'esito dipende da ciascuno di noi e dalla sua volontà di battersi affichè quei tre colori e i principi che rappresentano non siano cancellati dalla nostra storia.

I Bolognesi, è nel loro DNA la solidarietà, la disponibilità massima ad aiutare i più deboli.

Un mese fasiamo stati a Casalecchio di Reno in occasione dell' anniversario delle vitteme dell' Istituto Salvemini. Un aereo militare precipitò in una scuola procurando vittime e feriti, per non parlare della strage della stazione,nell'occasione abbiamo toccato con mano quanto forte è il desidero di non dimenticare.

Mario Arpaia

Neonato muore di freddo e di stenti

Devid Berghi, venti giorni appena, non è sopravvissuto. Salvati il gemello e una sorellina, grazie a un intervento dell'ambulanza del 118, il 4 gennaio. I tre bambini vivevano con la mamma in strada e dentro la biblioteca Sala Borsa

di ELEONORA CAPELLI e LUIGI SPEZIA

Un neonato di venti giorni morto molto probabilmente anche per il freddo, comunque per le sue condizioni di vita difficili, portato dalla madre e il padre in giro per il centro di Bologna a zero gradi, senza una casa sicura, bivaccando per ore in Sala Borsa. Così è morto Devid Berghi, mentre è stato salvato con un ricovero d'urgenza al Sant'Orsola il fratello gemello. E successo tra l'indifferenza in prossimità della festa dei bambini, la Befana. In centro a Bologna non si perde neanche un bambino, canta Lucio Dalla. Però ora si muore.

Erano circa le sette e trenta del 4 gennaio, quando un'ambulanza del 118 ha raccolto il neonato febbricitante in piazza Maggiore. Non si sa chi l'abbia chiamata, quel giorno l'informazione dell'intervento non è stata data. Una famiglia che da giorni viveva allo sbando, secondo molti testimoni: la madre, sui 35 anni, italiana, il padre pure italiano, i due gemellini e un'altra bambina di un anno e mezzo. Sala Borsa era uno dei luoghi di ristoro di giorno, di notte non si sa dove la famiglia trovasse riparo, anche se formalmente risulta residente in via delle Tovaglie. L'ambulanza porta d'urgenza il piccolo al pronto soccorso del Sant'Orsola, dove i medici si accorgono subito delle sue condizioni criticissime. Devid viene ricoverato in sala rianimazione, ma è troppo tardi: non supera la crisi respiratoria e il giorno dopo, vigilia dell'Epifania, muore.

Medici e infermieri della Pediatria si fanno in quattro fin da subito saltando anche gli orari per aiutare questa famiglia che si capisce subito essere in grande difficoltà economica ed esistenziale e sembra quasi impossibile che possano aver vissuto in quelle condizioni per strada due gemelli appena nati. Vengono protetti e ricoverati l'altro gemello e la sorellina, nel timore che la morte di Devid sia stata causata da un virus contagioso. Ma i due sopravvissuti stanno bene.

Una vicenda dolorosissima, nei giorni dello shopping e delle feste natalizie, che solleva molti interrogativi. I due gemelli erano nati poco prima di Natale: la madre è stata dimessa con i due neonati. I servizi sociali si sono allertati? La famiglia sembra fosse conosciuta dalle strutture pubbliche, almeno in passato, anche per altre vicende, ma perché nessuno è intervenuto? Come è possibile che nessuno in Sala Borsa o per strada abbia notato questa donna girare con due neonati in condizioni evidentemente disagiate? Tutte domande alle quali si dovrà ora dare una risposta.

Quotidiano La Repubblica

(10 gennaio 2011)

Scritto da Mario Arpaia   
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