Sabato 22 Gennaio 2011 18:58 |
"Consegnateci Battisti" Lettera del presidente della Repubblica alla sua omologa brasiliana: "Non sono accettabili rimozioni, negazioni o letture romantiche dei fatti di sangue" di OMERO CIAI e VINCENZO NIGRO Napolitano scrive a Dilma "Consegnateci Battisti" Giorgio Napolitano Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha scritto una lettera alla nuova presidente brasiliana Dilma Rousseff per invitare lo Stato brasiliano a rispettare il trattato di estradizione con Roma, consegnando ai giudici italiani Cesare Battisti. La lettera è stata consegnata la settimana scorsa dall'ambasciatore d'Italia a Brasilia. È stata consegnata ai diplomatici che lavorano con la leader del "Partito dei lavoratori" diventata presidente dal 1° gennaio. Da ieri la lettera è stata messa a disposizione degli avvocati che difendono l'Italia di fronte alla giustizia brasiliana e ha iniziato a girare fra i leader della comunità italo-brasiliana. Alla Rousseff, il capo dello Stato rinnova i complimenti per la sua elezione (aveva già inviato un primo messaggio immediatamente dopo il voto), sottolinea con forza il significato innovativo per il popolo e per la Repubblica brasiliana della scelta di una donna alla presidenza, ma dedica poi il cuore del messaggio al caso del "terrorista Cesare Battisti". Perché la mancata estradizione "è un motivo di delusione e amarezza per l'Italia. Non è stato forse pienamente compreso - scrive il presidente - il bisogno di giustizia del mio paese e dei familiari delle vittime di brutali e ingiustificabili attacchi armati, nonché dei feriti in quegli attacchi e a stento sopravvissuti". Per Napolitano le istituzioni italiane, la magistratura e le forze di polizia, hanno garantito che l'Italia uscisse dagli anni del terrorismo rispettando la legalità e i dettami costituzionali. Dunque si tratta anche di un "bisogno di giustizia - scrive ancora il presidente - legato all'impegno col quale le istituzioni democratiche del mio paese e la collettività nazionale seppero reagire alla minaccia e ai colpi del terrorismo, riuscendo a sconfiggerlo secondo le regole dello Stato di diritto". Ed è per queste ragioni che l'Italia - sottolinea Napolitano - con assoluta "fiducia nella magistratura brasiliana", ha depositato il proprio ricorso al Supremo Tribunal Federal ma, avverte, intende anche perseguire ogni possibile rimedio offerto dal diritto internazionale per ottenere l'estradizione dell'ex terrorista sulla base del trattato bilaterale. Come dire che il ricorso alla Corte Onu dell'Aja è assolutamente possibile. Alla fine del 2010, quando Lula aveva annunciato il rifiuto di estradare Battisti senza comunicarlo con una telefonata preventiva a Napolitano (come concordato fra le diplomazie dei due paesi), il presidente aveva fatto avere al collega brasiliano una missiva durissima nei toni e nella sostanza, e poi aveva diffuso un comunicato in cui confermava la sua delusione personale per la scelta. "La decisione del Presidente ha suscitato in me profonda delusione, amarezza e contrarietà", spiegava Napolitano: "Gli avevo scritto nel gennaio 2009, illustrandogli ampiamente le circostanze di fatto, e gli argomenti giuridici e politici, che chiaramente militavano per la concessione dell'estradizione di Cesare Battisti". Secondo fonti della Farnesina, che ha trasmesso il messaggio e che adesso guida l'ambasciatore a Brasilia nei suoi contatti politici, Napolitano vuole lasciare tempi e spazi di manovra politica alla Roussef, "prima donna chiamata a guidare le sorti di un grande paese nel quale milioni di connazionali sono diventati cittadini e si sono affermati come componente vitale della società brasiliana". Ma - insiste il presidente - "non sono accettabili rimozioni, negazioni o letture romantiche dei fatti di sangue di quegli anni, e le responsabilità non possono essere dimenticate". La nuova lettera a Dilma Rousseff è stata resa nota a Brasilia nel giorno in cui il Parlamento europeo ha votato, approvandola a larghissima maggioranza, una mozione per chiedere al Brasile di estradare Battisti e per mobilitare la Ue assieme all'Italia. La mozione è stata firmata da tutti i partiti italiani a Strasburgo (Pdl/Udc, Pd, Idv, Lega Nord): gli eurodeputati hanno inoltre chiesto all'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione, Catherine Ashton, di condurre "un dialogo" con il Brasile e vigilare affinché ogni decisione presa rispetti pienamente i principi fondamentali della Ue. Due settimane fa la Commissione europea aveva liquidato la richiesta italiana di interessamento sostenendo che "in tema di estradizione" si tratta di una "questioni bilaterale". (21 gennaio 2011) |
Scritto da Quotidiano La Repubblica |