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Ritorna il movimento sociale italiano
Domenica 06 Febbraio 2011 15:49

giorgio_almirante

E Silvio riabbraccia Storace "Epurator"

di FILIPPO CECCARELLI Ai tempi della Prima Repubblica poteva capitare che il Movimento sociale italiano tornasse utile al potere in termini di voti, mezze alleanze, persone divenute scomode da sistemare in Parlamento.

A perenne monito ed esecrazione di tale andazzo, dai ranghi stessi della fiamma si usava un'immagine invero un po' forte, oltre che legata a un'utensileria ormai fortunatamente scomparsa, anche per ragioni igieniche, per cui in quel modo lì il Movimento sociale italiano finiva per essere "la sputacchiera della Dc".

A tanti anni di distanza, in un paesaggio politico dominato dai segni del consumo e dalle suggestioni della pubblicità, l'ennesimo e retrattile riconoscimento del presidente Berlusconi alla Destra di Francesco Storace fa sì che quest'ultima rischi di configurarsi come "il partito kleenex" del Cavaliere, un classico dell'usa e getta, sia pure addolcito da sfondi azzurrini e dalle morbidezze che stanno a cuore agli inserzionisti, giacché tali fazzolettini di carta, come rende noto lo slogan, "ti accompagnano in ogni occasione e di prendono cura di te".

Tutto insomma cambia per restare uguale a se stesso. Se poi si considera che tra le motivazioni a suo tempo addotte dalla Daniela Santanché per la nascita della Destra c'era l'urgenza di un partito "con la bava alla bocca", ecco, senza ulteriormente indugiare sulla merceologia, tantomeno sulla fisiologia, si comprenderà come alla soffice leggerezza del kleenex si ispiri la concessione di un sottosegretario, nella

persona del pur degno Musumeci, in vista di un non meglio identificato, ma forse imminente rimpastino.

E a questo punto la questione non è quanto la Destra ancora incarni di residuale fascismo, nostalgia, estremismo. Né quanto conteranno nelle scelte di governo le posizioni del vero erede del Msi sui campi rom o sulle trame della lobby ebraica. Si tratta di roba anche imbarazzante, certo, ma senza sottovalutarla tocca pure registrare bizzarria per cui quelli che si propongono come i più intransigenti difensori dei sacri valori della tradizione, della Cristianità e della famiglia vengono ammessi al governo in mirabile sincronia con il bunga bunga.

Il punto, come spesso si dice, è politico e verte sul fatto che sia per i fascistoni che per Berlusconi oggi tutto davvero fa brodo. Ma proprio in questo senso il mistero è come Storace, che pure è un tipo sveglio, ancora si possa fidare di un'alleanza che il Cavaliere ha stretto e poi gettato nel cestino almeno due o tre volte.

Sembra ieri - in realtà era l'autunno del 2007 - quando in precoce funzione anti-Fini il Cavaliere andò ad assistere alla nascita della Destra. Proclamò: "Il mio cuore vibra con voi". Si coprì la faccia per non far vedere che rideva quando Storace fece una battutaccia su Fini a Gerusalemme e il fascismo male assoluto. E applaudì anche quando sul palco i dirigenti improvvisarono una torcia dando fuoco a un giornale attorcigliato. Li fece sfogare, si prese alcuni saluti romani, gli diede in prestito la Santanché, li invitò un paio di volte a Palazzo Grazioli e poi sul più bello, cioè alle elezioni, come prevedibile e previsto, li scaricò e vinse da solo. Quelli giustamente ci rimasero male: tradimento. "La prossima volta - disse Storace - sarà mia cura passare prima in un negozio di elettrodomestici e comprare un registratore. Così resterà traccia di ciò che promette".

Eh, bastasse un registratore! Nell'autunno del 2008 la Santanché, che pure per tutta la campagna elettorale aveva graziosamente rivendicato di non essersi concessa al Cavaliere, abbandonò "la destrina" dell'estremismo e della nostalgia per tornarsene veloce veloce alla casa del Papi. Disse allora Storace: "Fino alle elezioni ci ha insegnato come si odia Berlusconi, dal giorno dopo le elezioni ci ha insegnato come si venera Berlusconi".

C'era un metodo, in realtà, in quella specie di pedagogia a corrente alternata. O meglio: il dispositivo alla base del kleenex entrava nella sua operatività a seconda dei rapporti tra il Cavaliere e Fini. Se le cose tra loro bene o male marciavano, Storace era inutile, e infatti alle Europee del 2009 nessuno si fece scrupolo di alzare la soglia uccidendo i partitini come quello della fiaccola; così come alle amministrative dell'anno seguente nei listini del Pdl si trovò posto per la segretaria di Scajola o per la Minetti, ma non per qualche volonteroso militante della Destra.

Ma da quando il rapporto con Fini si è spezzato, e proprio sulla casa di Montecarlo, a proposito della quale Storace e i suoi avevano fatto il diavolo a quattro, ecco che Berlusconi riscopre l'alleato e gli regala pure uno strapuntino. O almeno: promette. L'onorevole Musumeci intanto fa gli scongiuri per paura di mancare il traguardo. Le passioni del resto passano. Controlli di coerenza non se ne fanno più. E se da sempre il potere vive anche di scarti, il salviettino è soffice e in un trionfo di allegria promozionale "libera le tue emozioni".

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
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