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Un brutto esempio di impegno civile
Domenica 13 Febbraio 2011 16:21

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Una folla assiepata e vogliosa di cambiamento, gente comune ed intellettuali, tutti uniti nel chiedere al Presidente del Consiglio di rassegnare le proprie dimissioni. "Berlusconi dimettiti" è il titolo della manifestazione organizzata dal movimento "Libertà e Giustizia" al PalaSharp di Milano.

Sul palco salgono pensatori del calibro di Roberto Saviano, Umberto Eco e Gad Lerner, fieri e coesi, nell'affermare che l'Italia vera è un Paese diverso da quello rappresentato in patria e all'estero dal Cavaliere.

Durante la manifestazione c'è spazio anche per l'intervento di G. un bambino di tredici anni, che a stento raggiunge il leggio e che goffamente tenta di decantare la sua indignazione verso una società sciatta ed ingiusta.

Emblema del riscatto e della voglia di cambiamento secondo gli organizzatori della manifestazione, simbolo della barbarie mediatico-culturale per i fan berlusconiani, G. suo malgrado è divenuto la personificazione di una visione della realtà che non conosce più mezze misure.

A dominare ancora una volta è l'eterno scontro tra bene e male.

Ascoltando la sua voce di bimbo rotta di tanto in tanto dall'emozione, osservando l'impaccio con cui si confrontava con una platea di diecimila persone a lui vicina ma quantunque distante, cosa hanno in comune un ragazzino appena adolescente ed una folla di adulti giustamente indignati? Ciò che si prova è semplicemente un sentimento di inadeguatezza.

Quel bambino rappresenta un disagio che è giusto tenere in considerazione ma di cui non può essere egli stesso portavoce in un contesto che giammai gli appartiene.

L'adolescenza oggi un appuntamento per oggi non è un'età in cui ci si lascia facilmente manipolare dai genitori, né tanto meno è una fase della vita che necessita delle stesse cure riservate agli infanti; essa è un periodo dominato da eccessi e da esperienze che quantunque sbagliate meritano di essere vissute fino in fondo, a patto però che si svolgano con i propri coetanei.

A noi adulti, disillusi da una società che sebbene abbiamo contribuito a costruire continua a non piacere, il solo compito di rispettarli.

Forse che un ragazzino non possa formarsi delle proprie convinzioni o partecipare attivamente alla vita sociale del suo Paese senza correre il rischio di essere visto come strumento di persuasione? Certo che no, guai a ritrovarsi un domani un nuovo appuntamento per domani un Paese popolato da ignavi ma che lo si faccia nei giusti modi e nei giusti contesti.

La manifestazione del PalaSharp al riguardo è stato solo un pessimo esempio di impegno civile.

Cordialmente

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Scritto da Raffaele de Chiara   
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