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Comunicato Stampa - Le foto di Andrea Paolella
Martedì 22 Febbraio 2011 09:34

Latitano i punti di riferimento nel nostro smarrito presente e –si dice- gli scrittori-intellettuali ci sono, ma pensano soltanto e non osano. E’ dunque quasi giocoforza riandare ad anni nemmeno tanto lontani e a chi allora fu maestro  per intero, anche con la forza scomoda della parola polemica, perturbante e disperata.

Nasce certo da questo grumo di tensioni –passione, da un lato; ansia civile di documentazione, dall’altro- l’accattivante titolo del reportage fotografico di Andrea Paolella “Pasolini dietro l’angolo”, che, consegnato anche ad un bel  catalogo, introdotto magnificamente dallo scritto “Le patrie di Pasolini” di Luciano Serra, sarà inaugurato il 15 luglio 2010 a Casarsa della Delizia, nella casa materna di Pasolini, oggi sede del Centro Studi dedicato al poeta e promotore dell’esposizione (poi visibile fino a gennaio 2011) in sinergia con Silvana Editoriale e con le Amministrazioni locali (Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Pordenone, Comune), oltre che in collaborazione con la Cineteca di Bologna e Cinemazero di Pordenone.

Dietro l’angolo”, dunque, come se Pasolini, non più visibile, fosse sempre nostro contemporaneo, voce di permanente attualità per la lettura del nostro sconquasso antropologico e spaziale, oggi dilatato a panorama totale e da lui così presagito e patìto.

Sulle tracce di quella sua assenza-presenza si muove anche Paolella, giovane fotografo di Reggio Emilia, classe 1984, che di mestiere fa il ricercatore in chimica, ma nel cuore coltiva la passione esaltata di fissare in Bianco/Nero immagini “necessarie” di verità sociale e geografica. “Necessarie” come i 70 scatti, selezionati da una montagna ben più ponderosa di istantanee, in cui Paolella ha pedinato il “suo” Pasolini nei tanti luoghi che fecero da fondale e da sorgente ispiratrice alla prima parte della sua vita, dal 1922 al 1952, e attraverso gli amici di gioventù ancora in vita, che allora, prima di quelli romani, ne condivisero per primi le esperienze poetiche e le battaglie letterarie.

Un’impresa imponente, se non perfino “pazzesca”, come dice Serra con ammirata simpatia, cui Paolella si è sottoposto per quattro anni, non senza aver prima letteralmente divorato tutta la fluviale scrittura pasoliniana (versi, prose di romanzi, saggistica, sceneggiature per film, teatro) e averne estrapolato schegge significative di rinvio preciso a case, strade, paesaggi ancora verificabili e recuperabili.

Ed ecco dunque, in questa sorprendente mappa del vagabondaggio geografico di Pier Paolo, immagini di città del Centro-Nord, Bologna soprattutto, dove Pasolini nacque nel 1922, fino all’Eden  paesano della campagna friulana, dove visse dal 1943 al 1949, e poi alle periferie romane delle borgate, che negli anni cinquanta erano polverose infilate di casette e baracche e oggi sono strozzate da anonimi casermoni-alveari da massa alienata. E, accanto a questi luoghi, oggi rovesciati spesso, soprattutto nel fuori porta romano, in spettrali non-luoghi, ecco la strepitosa galleria dei ritratti di poeti, artisti, scrittori, sodali di allora, vinti e convinti dalla caparbia sincerità del giovane fotografo a lasciarsi riprendere: Luciano Serra, Nico Naldini, Giuseppe Zigaina, Tonuti Spagnol, Francesco Leonetti, Roberto Roversi, Franco Farolfi, Andrea Zanzotto, Gianni Scalia, Giovanna Bemporad. Corpi e volti di veneranda età, quasi orgogliosi di testimoniare un’epoca e il geniale amico che non c’è più e di opporre al presente la linea fisica di una decorosa ritrosia da appartati.

E il senso, allora, di questo “viaggio sentimentale” in spazi diversi non consiste certo nel collezionismo feticista di visioni, magari ispirate dal pathos dell’amarcord retrospettivo, ma proprio nella lucida e fresca capacità di documentare le intersezioni e le sovrapposizioni  tra ieri e oggi: da un lato, dunque, la parola di Pasolini, descrittore di luoghi (e persone) del suo vissuto; dall’altro, l’occhio di chi, su quelle sue tracce verbali, può cogliere oggi le stratificazioni, le permanenze, le “mutazioni” o, spesso, lo stravolgimento, in scarti di definitiva e irreversibile deformazione.

A questo gioco di rifrazioni temporali Pasolini pare qui fungere da nume tutelare e da guida, quasi un Virgilio da recuperare come presenza segreta, sotterranea e sempre imprescindibile.

 

Info, Centro Studi Pier Pasolini, Casarsa della Delizia (Pn), via Guido Alberto Pasolini 4, tel/fax 0434 870593; Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ; www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it;

Centro Studi Pier Paolo Pasolini
via G. Pasolini, 4
I-33072 Casarsa della Delizia (PN)
Casella postale n° 53 - Casarsa della Delizia
Tel.: 0434 87 05 93
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www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it

Scritto da prof.ssa Angela Felice   
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