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Il garantismo vale per tutti
Lunedì 11 Aprile 2011 14:37

raffaele_na-

l processo dell'anno, così è stato giustamente definito il procedimento giudiziario iniziato lo scorso 6 aprile a carico del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Il premier è accusato dalla procura di Milano di concussione e prostituzione minorile. La vicenda ormai arcinota riguarda le presunte pressioni che Berlusconi avrebbe fatto su alcuni funzionari della polizia nel maggio del 2010 al fine di rimettere in libertà Karima El Mahroub meglio conosciuta come Ruby Rubacuori. La ragazza, all'epoca dei fatti minorenne, è arrestata con l'accusa di furto e rimessa subito in libertà col falso pretesto che la vuole come nipote del rais egiziano Hosni Moubarak.

Il rilascio, secondo gli inquirenti, è dettato in realtà dall'esigenza del Cavaliere di mettere a tacere le possibili rivelazioni della ragazza con cui in passato avrebbe avuto una relazione sessuale.

Discutere della fondatezza delle accuse piuttosto dell'atteggiamento inquisitorio dei magistrati è divenuta materia talmente dibattuta e priva di spessore da risultare pleonastica.

Quello che più preoccupa è altro.

Da giurista, prima ancora che da giornalista, ho sempre immaginato i tribunali come la massima espressione della civiltà di un popolo, come tali quindi, luoghi scevri da qualsiasi condizionamento politico e partigianeria di maniera.

Le scene viste dinanzi al palazzo di giustizia di Milano durante l'udienza riguardante Berlusconi vanno invece in tutt'altra direzione.

A fronteggiarsi, fortunatamente armati solo di slogan taglienti e simpatici cartelloni, gli esponenti delle opposte fazioni.

Da un lato chi considera il premier l'uomo della provvidenza ed il più perseguitato della storia, dall'altro chi lo vede come un moderno e vizioso satrapo pronto a sodomizzare a suon di quattrini qualunque fanciulla desiderosa di successo e ricchezza.

Non ho mai amato Berlusconi né tanto meno quel miscuglio di esibizionismo ed "autoritarismo democratico" chiamato berlusconismo ma l'indegna cagnara dinanzi alle aule di giustizia portata avanti dall'una e dall'altra parte credendo in tal modo di salvaguardare la democrazia è inaccettabile.

Da un punto di vista politico è quanto mai lapalissiano l'inadeguatezza di Berlusconi a governare, diverso il discorso sulle sue presunte responsabilità penali.

Il principio che vuole l'imputato innocente fino a prova contraria non può che valere anche per lui.

Che ci si continui a confrontare anche aspramente con il politico Berlusconi nelle piazze e in Parlamento è un auspicio a cui mi associo volentieri ma altrettanto fermamente dico no a chi vorrebbe giudicare in piazza le responsabilità penali dell'uomo Berlusconi.

Se il premier sia o meno colpevole spetta solo alla magistratura stabilirlo, ai mass-media in primis ed al popolo poi, altro non spetta che un silenzioso e mesto rispetto.

Affermare il contrario significherebbe sostituire alla pacatezza del giudizio terzo e limitato la barbarie di un diritto ceco e privo di qualsiasi argine; l'esatto contrario della civiltà democratica.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Scritto da Raffaele de Chiara   
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