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Faccetta nera in classe, polemica sul prof.
Domenica 24 Aprile 2011 16:15

Faccetta_nera

VICENZA - Il caso l' ha sollevato un genitore. «Mio figlio, tredicenne, si è chiuso nella sua stanza e ha cominciato a cantare Faccetta nera, accompagnandola con lo strumento che suona a scuola. Dove l' hai imparata? Alla mia domanda mi ha mostrato lo spartito, accompagnato dal testo e da una scheda storica. Stava facendoi compiti assegnati dal professore di educazione musicale... ». Sì, perché alla scuola media Romano d' Ezzelino, a Pove del Grappa, nel Vicentino medaglia d' oro della Resistenza, la canzone-simbolo dell' imperialismo fascista alla conquista dell' Africa è diventata materia di studio. Una circostanza che ha lasciato alquanto perplessi i familiari degli studenti: «Non si tratta di censurare il passato - protestano in molti sul Mattino di Padova - ma Faccetta nera ha contenuti aggressivi e razzisti opposti a quelli che ci sforziamo di trasmettere ai nostri figli. Stiamo parlando di ragazzini, non di adulti dotati di spirito critico: perché l' insegnante non ne ha discusso prima con noi?». Obiezioni vane. L' insegnante, Nicola Meneghini, difende la scelta di dedicare un ciclo di lezioni al fascismo e ai canti del Ventennio: «Faccetta nera rientra in un itinerario che contestualizza la storia attraverso la musica: per il Risorgimento abbiamo eseguito Va' Pensiero, per la Grande Guerra La leggenda del Piave e quando toccherà alla Seconda guerra mondiale studieremo Lili Marlene». Caso chiuso per le autorità scolastiche: «Nessun intento ideologico ma una scelta didattica ponderata e condivisa sul piano interdisciplinare», commenta il dirigente dell' istituto Luisa Caterina Chenet. Ma alla vigilia del 25 Aprile - e nel bel mezzo della polemica berlusconiana sui "docenti di sinistra" rei di "indottrinare" gli allievi - la vicenda suscita reazioni vivaci. Così il deputato Delia Murer del Pd annuncia un' interrogazione sdegnata al ministro dell' istruzione Gelmini: «Il Vicentino ha pagato un prezzo altissimo alle rappresaglie e alle deportazioni naziste, non possiamo tollerare che una scuola della Repubblica, nei giorni dedicati alla memoria della Liberazione, faccia suonaree cantare ai ragazzi un brano di sfacciata propaganda fascista. È un cedimento, morale e culturale, nella difesa dei valori della resistenza». Critico anche il segretario democratico del Veneto, Rosanna Filippin. Appello alla memoria condivisa invece dal segretario nazionale dell' Udc: «Evitiamo lo scontro a tutti i costi, il 25 Aprile diventi festa della libertà di tutti gli italiani» afferma Antonio De Poli. - FILIPPO TOSATTO

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
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