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Un uomo come noi
Domenica 05 Giugno 2011 15:51

raffa_es

Da giovane era per me il goleador con l'immancabile fascino del calciatore di successo, denaro e donne prima che talento e fatica; da adulto l'ho ritrovato flaccido e governato dalle sue ossessioni, perso in un mondo che da bambagia era divenuto scomoda mangiatoia di paglia aguzza.

Beppe Signori classe 68' è da tutti gli sportivi ricordato per aver segnato oltre 180 reti in serie A e non aver vinto nulla o quasi.

Indagato dalla magistratura è agli arresti domiciliari. L'accusa è di aver diretto un'organizzazione dedita a falsificare gli incontri di calcio dei campionati italiani al fine di scommettere sui risultati esatti degli incontri.

Signori, ad un giornalista che lo ha chiamato per chiedergli conto di quanto stava accadendo, ha risposto in evidente stato confusionale: «abbiate pietà».

L'uomo capace di scommettere su tutto e che in casa aveva perfino ricreato un piccolo casinò per soddisfare la sua adrenalinica voglia di gioco, frastornato ed impaurito chiede venia a quello stesso mondo, i mass-media che in passato aveva tanto adorato e che senz'altro ha contribuito a creare il mito della persona di successo.

Come reagire dinanzi all'implorazione di un dio del calcio caduto nel fango e di un uomo spogliato della propria dignità e subito sottoposto all'impietosa gogna mediatica?

Innocente fino a prova contraria, Signori, ove dimostrata dalla magistratura la sua colpevolezza, è giusto che paghi i conti con la giustizia.

Fermarsi ad una simile constatazione però sarebbe tanto semplicistico e riduttivo quanto considerare "normale" il sentimento di avidità che spinge chi ha già tutto a desiderare ancora altro.

In quell'implorazione, «abbiate pietà» si nasconde l'umana debolezza di una personalità governata dalle proprie ossessioni e spogliata della propria dignità che inerme cerca un'impossibile via di uscita. Chi di noi almeno una volta non ha ceduto a tentazioni ponendo in essere azioni che subito dopo avrebbe voluto cancellare per sempre dalla propria vita, chi non è mai stato governato da un vizio che impossessatosi della propria anima spinge talvolta a fare ciò che mai ci si sarebbe sognato di fare, chi almeno una volta non ha provato gli stessi sentimenti del ladro colto con le mani nel sacco?

Nessuna giustificazione, per azioni, quelle di ex campioni del calcio, delinquenziali e senza ritegno che meritano unicamente biasimo ma solo una semplice considerazione.

E' giusto che a pagare sia il mito del pallone Beppe Signori, mito di cartapesta se come dimostreranno le accuse mosse, non accompagnato da una solida base morale; che si risparmi però l'esecuzione mediatica dell'uomo.

Quello, ossessionato dai propri vizi e dalle proprie debolezze, in fondo potrebbe essere l'immagine esatta e speculare di ciascuno di noi.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Scritto da Raffaele de Chiara   
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