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La vittoria di un attimo
Lunedì 27 Giugno 2011 16:33

la_vittoria

LA VITTORIA

Oil on linen

allegory

ANDRÉ DURAND Paintings 1960 - 2000

( al popolo dei Referendum)

Mia madre, si chiama Vittorina. L' hanno chiamata così, fin da piccola. Il prete, l' ha battezzata così. Non è colpa sua. Di mia madre. Mio padre, la chiama Vittoria. E' l' unica vittoria, che ho. Nella mia vita. Io non vinco, quasi mai. Io, sono il figlio secondo. Di mia madre, Vittorina. Forse per questo. Non sono mai, il primo. Così, quando i quattro SI, hanno vinto, al referendum. Ho vinto anch' io. Mio padre ha detto, Vittoria. Non parlava, con mia madre. Parlava, da solo. Allora ho detto. Forse sto cominciando. A vincere. Ho visto il sindaco. Di Milano. Di Napoli. Di Bologna. Mia madre, non capisce, la politica. Mia madre, non capisce, i politici. Si chiama Vittorina. Io la chiamo mamma. Lei mi chiama Giuliano. Non l' ho mai chiamata, Vittoria. Solo mio padre. La chiama così. Ma quella sera. Dei referendum. Mio padre. Parlava da solo. Io, sono spesso, solo. Ma non chiamo mai. Perché non sono, mai primo. Poi ho saputo, di altri. Che avevano vinto. Mia madre, ascoltava. Mio padre. Lo guardava. Parlare. Da solo. Allora mia madre. Non capisce la politica. Ma i referendum, li ha capiti. Ha chiamato il suo nome. Vittoria. Ma il prete, l' ha battezzata Vittorina. E io sono secondo. Ho guardato meglio. I politici. Loro, hanno vinto. Non io. Loro, non perdono, mai. I referendum, non li volevano. Loro. I politici. Che vota mio padre. Mia madre. Io. Ecco perché, sono secondo. Perché non c' è altro. Perché, mia madre è mia. Perchè, siamo così. Perché, la vittoria, dura un attimo. E sono ancora, da solo. Ad ascoltare, mio padre. Ora, si parla di elezioni. Un grande referendum. Mia madre, adesso capisce. La politica. Vede, i politici. Li ascolta. Gridare, Vittoria. Voi, siete quelli, contro l' acqua pubblica. Perché chiamate la mamma? Non si ruba la vittoria. Mio padre, straccia la tessera. Fuori c' è vento. Un aria diversa. Forse stavolta, vinco davvero. Fuori c' è gente. Tanta gente. Diversa. Dai politici. Esco di casa. Per primo. La gente sorride. Finalmente, sono primo. Mio padre. Chiama mia madre. Vittoria.

20 giugno 2011 Giuliano Bugani

operaio, giornalista, poeta

Scritto da Giuliano Bugani   
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