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L'Italia dei bisognosi
Domenica 11 Settembre 2011 09:46

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Ottocentomila euro di cui circa cinquecentomila in un'unica tranche, a tanto ammonterebbe la somma corrisposta dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al faccendiere Giampaolo Tarantini e famiglia. Mediatore del giro vorticoso di denaro il più volte discusso direttore dell'Avanti Walter Lavitola. L'accusa mossa dai magistrati a quest'ultimo e ai Tarantini è di estorsione, il Cavaliere figura come parte lesa. Giampi, l'amico del premier che portò a Palazzo Grazioli Patrizia D'Addario ed altre simpatiche e disponibili signorine, è attualmente rinchiuso in carcere, sua moglie è ai domiciliari e il mediatore Lavitola è latitante all'estero.

Imputato a Bari per favoreggiamento della prostituzione, il faccendiere pugliese, ha sempre detto che Berlusconi ignorava la reale identità delle ragazze birichine di cui amava circondarsi durante le sue serate. In realtà secondo i magistrati questa versione di comodo per il premier avrebbe avuto un prezzo: ventimila euro al mese per circa un anno e cinquecentomila euro in un'unica soluzione, parte di quest'ultima cifra sarebbe poi stata trattenuta da Lavitola. «Ho aiutato soltanto delle persone in difficoltà, nessuna richiesta estorsiva» ha dichiarato Berlusconi.

Quali siano state le difficoltà economiche di Angela Devenuto moglie di Tarantini ed amante di Lavitola, è presto detto.

Vacanze a Cortina oppure in barca, pigione della casa da 2000 euro al mese nel centro di Roma più altre piccole e grandi necessità: abiti griffati e personale di servizio a go go.

Sullo sfondo un'Italia stretta nella morsa di una crisi economica con pochi precedenti chiede lacrime e sangue ai suoi cittadini per fronteggiare l'emergenza.

Sembra quasi di vederla questa distinta signora, nel triplice ruolo di moglie, amante e limosinatore di lusso invocare denaro dal generoso milionario per vivere con "dignità" ed essere poi riverita e rispettata dalla Roma del potere e del denaro.

Tutto appare come la vignetta strampalata di un cinico vignettista eppure è la realtà in cui tutti noi siamo costretti a vivere.

Noi in cerca di un'opportunità di lavoro che non arriverà mai, noi che con uno stipendio da duemila euro al mese ci sentiremmo realizzati e felici e che invece per Giampi è una cifra da pezzenti, noi che al lezzo del compromesso e alla leccatura opportunista da sempre preferiremmo una dignitosa povertà.

«L'Italia è un Paese di merda» asseriva indignato Berlusconi in una telefonata con l'amico Lavitola; davvero difficile dargli torto.

Ma di chi è la colpa?

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Scritto da Raffaele de Chiara   
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