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AVREMMO VOLUTO FESTEGGIARE...NEWSLETTER
Domenica 25 Settembre 2011 07:07

Ma_e_Gio

Avremmo voluto festeggiare il 40° anniversario del matrimonio il 23 c.m., una festa con i figli, il nipotino, i parenti e gli amici, ma sinceramente è mancato lo spirito, l'entusiasmo, come si fa con i figli lontani, il maschio da circa un anno in mobilità e alla ricerca di una nuova occupazione, laurea in Economia conseguita con il vecchio ordinamento, 32 esami. Conoscenza delle lingue con corsi all'estero, stage di 3 mesi a Bruxelles e una serie di corsi di specializzazione, la gestione di una piccola azienda per oltre 6 anni, esperienza in banca in occasione dell' introduzione dell' euro, esperienze nella distribuzione di beni di largo consumo. Anni di sacrifici due figli all' università, una fuori sede, monoreddito da impiegato in una azienda pubblica  in difficoltà economica e costretta alla vendita perché oberata di debiti, il tempo giusto per andare in pensione. Mai avremmo immaginato di trovarci in una situazione così drammatica, guardo il film a ritroso della nostra esistenza, gioie, ma tantissimo dolore e delusione. Il dopo guerra, gli anni 50 sono stati terribili abbiamo letteralmente patito la fame, 7 figli tutti a scuola, ricordo l'inizio dell'anno scolastico, l'acquisto dei libri, non potete immaginare i pianti, la disperazione, le facce dei nostri genitori, l'umiliazione per la cartella semivuota, qualche libro di terza, quarta mano, un piccolo panino con pomodoro origano e sale, olio poche gocce, in classe un freddo indescrivibile, restavamo vestiti, il cappotto rivoltato di mio fratello maggiore, i calzoncini corti, le cosce livide, le mani intirizzite, non riuscivamo a tenere la penna fra le dita, un braciere per il maestro, i più bravi a turno andavano a riscaldarsi le mani, del resto della classe si lamentava, avrebbe volentieri fatto un fascio e buttato a mare, il maestro era un ex gerarca fascista.

Ricordo, la tragedia del Polesine, la gara di solidarietà per le popolazioni alluvionate. Nella miseria generale, anche momenti di gioia e di divertimento, il Circo Togni, non per tutti, solo chi se lo poteva permettere, noi poveri restavamo in classe ad aspettare i più fortunati tornare per farci raccontare degli animali, il leone, Re della foresta, le tigri del Bengala e il prestigiatore che lasciava tutti con la bocca aperta. A distanza di trent'anni un prestigiatore fa il Presidente del Consiglio , la vita  è fatta così, quando meno te l'aspetti, arriva l'uomo della Provvidenza e sono guai.

Il 1962, il primo panettone sotto l'albero, un ramo di Pino, l'Abete con i suoi rami dritti ed allineati non potevamo permettercelo, , l'addobbo artigianale, tutta la famiglia raccolta intorno al braciere ad elaborare carte di caramelle e stagnola di cioccolatini che diventavano piccole scatole con il nastrino colorato. E' l'inizio di un periodo di grandi trasformazioni, la sera la trascorrevamo in Stazione, Foggia era il secondo nodo ferroviario d'Italia, centinaia e centinaia di persone, intere famiglie cariche di bagagli, valige di cartone stracolme fatte passare per i finestrini, la sera, dalle 20 in poi i treni della speranza partivano per il Nord in cerca di lavoro, era l'inizio del boom economico, una stagione irripetibile, fatta di sacrifici, di speranza, di sdradicamento dalle campagne, interi paesi decimati a causa della migrazione verso il Nord Europa, la civiltà contadina si sposta nelle fabbriche. Il flusso migratorio imponente sconvolge gli equilibri dell' intero Mezzogiorno. Emblematico in questo senso, fu il film di Luchino Visconti Rocco e suoi fratelli.

Un paese con una storia fatta di sacrifici,  il sogno di abbandonare per sempre una condizione umana fatta di precarietà, riprecipita nel giro di 15 anni ai livelli di disoccupazione di quegli anni, con la differenza che allora i migliori, le persone oneste, chi aveva studiato seriamente venivano premiati.

Sono stati fantastici quegli anni, successi in tutti i campi, dalle arti ai mestieri, alle invenzioni, una gara per superarsi. Non si contavano le aziende di dimensioni europee, eravamo forti anche nella chimica con il Nobel all' inventore della plastica Moplen. Eravamo orgogliosi di competere con i paesi più industrializzati del mondo.

E' tutto drammaticamente finito, sono scomparse quasi tutte le aziende medio grandi, una grande area industriale come il Nordest ha delocalizzato nei paesi dell' Est europeo.

Centinaia di curriculum inviati negli ultimi mesi, nessuna risposta, pochissime opportunità a fronte di un esercito di disoccupati sempre più disperati.

La chiesa, l'autorità morale per eccellenza tace di fronte al dilagare del marciume che avviluppa la vita pubblica italiana. Ratzinger criticava (a suo dire) il degrado di Roma durante la giunta Veltroni oggi è in rigoroso silenzio. Per denaro sopporta tutto questo. Dante i simoniaci li metteva all' inferno (canto XIX), questi per denaro si sono venduti l'anima.

Il tragico buffone è ancora li, con i suoi giochi di prestigio, non si è accorto che la sala è vuota e  le luci  illuminano un paese in rovina .

Avremmo voluto festeggiare...

Scritto da Mario Arpaia   
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