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...Quando si lottava fianco a fianco...
Martedì 27 Settembre 2011 06:48

il_Quarto_Stato

La Società di Mutuo Soccorso di Pont Canavese nasce ufficialmente il 27/06/1869, ma già 10 anni prima, esisteva in Pont una Società che si sciolse per disaccordi tra i soci.

Ecco il motivo per cui si citano i 150 anni di storia.

Le SOMS nacquero come esperienza di associativismo, coeve alla proto industria, per rispondere alla necessità di forme di autodifesa nel mondo del lavoro.

Nel nostro Statuto di Fondazione, si parla di soci di ambo i sessi e di tre scopi principali:

La previdenza, che voleva dire pensione.

L'assistenza nel caso di malattia. (la parola mutua odierna,deriva il suo nome, proprio dalle Società di Mutuo Soccorso).

L'istruzione.

Soci di ambo i sessi, voleva dire all'epoca, essere una delle prime Società che annoverarono tra i propri iscritti anche le donne:

Dal 1800 circa, esisteva in Pont una filanda, trasformata negli anni 20 dello stesso secolo, in cotonificio. Le donne lavoravano come operaie nei reparti di filatura e tessitura.

Quando nacque la Mutua Soccorso avevano un reddito e potevano quindi permettersi di pagare la quota associativa, che corrispondeva all'incirca in una giornata di lavoro, per ricevere in caso di malattia o infortunio un sussidio giornaliero.

Già nel 1872 ebbe origine la sezione femminile della Società. Le donne si raaggruppano per conto loroseparandosi, ma la presidenza viene comunque ricoperta da un "uomo".

Il che la dice lunga sulla mentalità dell'epoca, anche se il fatto e comunque rilevante. Le donne attraverso l'aggregazione di fabbrica avevano preso coscienza della loro dignità e della forza dell'organizzazione.

L'edificio originario della Società di Mutuo Soccorso, fatto a ferro di cavallo, venne costruito probabilmente tra il 1879 e il 1880. 10 anni dopo, la fondazione della stessa Società a dimostrazione della forza, anche economica che già aveva.

Nei nostri archivi esiste il progetto originario perfettamente conservato ma non datato.

Siamo risaliti alle date di costruzione, perchè mio nonno Barinotto Marco classe 1867, raccontava ai figli di aver lavorato all'età di 12 anni alla costruzione della casa sociale.

In quegli anni, a 12 anni si lavorava già, l'analfabetismo era la norma, metà della popolazione non sapeva ne leggere ne scrivere.

La Società di Mutuo Soccorso si mosse anche in questa direzione, e lo stesso nonno raccontava di aver freguentato le scuole serali, nei locali che aveva contribuito a costruire.

Fin dai primi anni della sua fondazione, nasce anche la biblioteca circolante tra i soci, che continuerà la sua opera di alfabetizzazione fin verso la metà del secolo scorso.

Quei libri sono un pezzo della nostra storia, che conserviamo con laica religiosità.

Nel 1882 sotto la conduzione della famiglia Laeuffer, viene costruito un secondo cotonificio sulle rive dell' Orco e nel 1906 entrambi i cotonifici saranno venduti al Barone Manzonis di Prelafera.

Nel 1897 vi furono degli scioperi, finiti con condanne pesanti per gli operai accusati di essere socialisti.

Nel 1907 subito dopo il cambio di proprietà, vi furono altre scioperie, così venivano chiamati all'epoca gli scioperi, dopo mesi di lotta gli operai, avevano ormai ridotto alla fame loro stessi e le loro famiglie.

La Società si adoperò per aiutare questa gente. Un carro girava per le cascine del Canavese cercando derrate alimentari e diffondendo le motivazioni dello sciopero.

Aiuti arrivarono anche dagli operai di Torino, che si offrirono di ospitare i figli degli operai di Pont in lotta.

Un treno pieno di bambini partì da Pont il 26/5/1907 e arrivò a Porta Susa dove lo aspettavano diverse migliaia di persone e 36 bande musicali.

Nello stesso giorno Vittorio Emanuele III inaugurava il ponte Umberto I in mezzo alle baionette dei suoi soldati per paura di attentati. Ma il popolo non c'era, le cronache dell'epoca raccontano che la gente era tutta ad attendere il treno con i bambini che arrivavano da Pont.

Il fatto ebbe risonanza in tutto il Regno e dopo qualche tempo lo sciopero si concluse favorevolmente per gli operai.

Nel 1920 nasce una cooperativa di consumo collaterale,che si accolla i debiti accumulati per aiutare gli operai in sciopero, e fornire alimenti ai soci e alle loro famiglie subito dopo la Prima Guerra Mondiale, quando molti erano partiti senza magari più tornare.

Il motivo di questa divisione fu la paura che i debiti si mangiassero il "Palazzo" così chiamata la Sede Sociale.

Con l 'avvento del fascismo le SOMS vennero sciolte o incorporate in organizzazioni fasciste.

La Società di Alpette venne bruciata. Quella di Pont per evitare guai peggiori elesse presidente un fascista moderato, il travaglio interno per questa nomina non fu indifferente, infatti appena possibile dai gagliardetti dell'epoca furono tagliati i fasci.

Molte delle cose che vi ho raccontato, non le troverete sui libri di storia, ma sono dei racconti tramandati oralmente dai soci che negli anni, piano piano senza far rumore se ne sono andati...

Vorrei qui ricordare gli ultimi che ci hanno lasciati:

Giuseppe Balagna, nostro Vice Presidente, che fu tra quelli che mise mano al portafoglio per ripianare i debiti della Cooperativa.

Giovanni Roberto, tipografo , che tante volte alla sera tardi, finito un consiglio di Amministrazione stampava ancora i manifesti della Società perchè fossero pronti il mattino successivo.

Piero Crotto "al bocia dei dischi".

In Società finita l'epoca fascista si riprese a ballare, attività vietata durante il fascio. Si ballava il Sabato, la Domenica , il Lunedì mattina perchè il mercato e il Mercoledì. Quando non suonava l'orchestra dal vivo, Piero ragazzino all'epoca, era l'addetto a cambiare i dischi, per questo lo chiamavano "al bocia dei dischi", oggi lo chiamerebbero dj. Ho voluto ricordarlo così perchè l'impegno profuso per la Società è a tutti noto, mentre questo e l'aneddoto che Piero amava raccontare.

Ricordando loro ricordiamo anche tutti gli altri che negli anni se ne sono andati.

Siamo consapevoli che se oggi festeggiamo i 140 anni di fondazione è grazie a questi soci, alla loro integrità morale, al loro esempio di dare senza per forza ricevere, al loro pensare prima al bene della collettività rispetto alle esigenze del singolo.

A nome del Consiglio di Amministrazione: Marina Barinotto

Scritto da Patrizia Firinu   
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