Iscriviti alla Newsletter:
Il Futuro è la Pace
Home Notizie Prima che calino i neri avvoltoi
Prima che calino i neri avvoltoi
Domenica 16 Ottobre 2011 16:40

 

Incidenti_a_Roma

Lo scontro sociale che forse taluno voleva si è verificato ieri a Roma. Aggressione ai "tutori dell'ordine", loro cariche, black bloc e provocatori, incendi, feriti, morte sfiorata, città devastata. Ora lacrime di coccodrillo e soliti j'accuse in politichese. Ma cosa ha indotto quella folla immensa di giovani e anziani, donne e uomini, a manifestare la propria indignazione per la crisi di un "sistema" che ha messo al centro il "dio denaro" che tutto compra e consuma, anche l'essere umano? Hanno manifestato in tante parti del mondo. In Italia la violenza ha ancora colpito. Come nel 2001, prima a Napoli e poi a Genova. Grazie alle "forze di polizia" per avere tentato di contenere i danni. Decine di migliaia di persone hanno marciato pacificamente rifiutando ogni presenza di "politici"; pochissimi hanno osato, da semplici cittadini; persino l'istrione Pannella. Un segnale forte, un grido corale che i "provocatori violenti", lumeggiati dai "mass media", hanno tentato di non fare sentire. E' stata sancita dalla gente la distanza dagli "autoeletti" di fatto. Ma non respirano essi la paradossale aria da articolo 640 del codice penale che li circonda dopo la "legge porcata", truffa verso i valori della nostra Costituzione e dei concetti veri di "rappresentanza" e "bene pubblico"? Questa volta la "magistratura" sembra essere la gente qualunque, quella scesa in piazza pacificamente con la propria indignazione e i propri problemi; quell'oltre 40% che non va più a votare. E nel mezzo di questo problematico contesto ci sono ancora una volta i "tutori dell'ordine", come cuscini di carne da aggredire e colpire, magari anche a morte. A loro va la comprensione e il grazie di tutti. Il loro compito è sofferto e delicato, per l'atavico stereotipo di "repressori e servi del potere", che non vogliono avere. Il loro ruolo: difendere i diritti di tutti a manifestare pacificamente il dissenso, difendere le Istituzioni. Non è colpa loro se queste perdono credibilità. Difendono la democrazia. Questo esige però che la professionalità dei loro "capi" sia sempre più lungimirante, specie attraverso la prevenzione. Chi sono i provocatori? non erano individuabili prima? dove sono scomparsi? Noi potremmo avere una delle polizie più professionali e aperte del mondo. Perché è stata interrotta la riforma democratica del 1981? Verosimilmente c'è chi auspica e si prepara perché gli scontri continuino. Fino a quando? Con morti e stragi come fu nel recente passato, a Milano, Brescia, Bologna ? A tutti riflettere! Signor Presidente del Consiglio, anche se le costa, faccia un atto affinché la gente di ogni giorno, quella scesa in piazza pacificamente a cui i "violenti organizzati" hanno cercato di mettere il bavaglio, ritrovi un clima di fiducia in un momento così grave. Non sarebbe un gesto di resa verso un'opposizione che spesso sa solo urlare, ma di coraggio e umiltà che faciliterebbe anche per essa l'assunzione di una responsabilità reale. L'Italia ha un Capo dello Stato che è punto di riferimento per tutti; ha persone di capacità sociale, economica, industriale e finanziaria, di prestigio anche internazionale, per affrontare la crisi in questa pesante congiuntura mondiale. E soprattutto ha un popolo straordinario, tragicamente vaccinato da un regime dittatoriale e una guerra persa, che non merita i sacrifici ancora inflittigli. C'è un incontro sulla via di Damasco per tutti. Prima che neri avvoltoi calino, per fare scempio di democrazia. Viva l'Italia.

www.enniodifrancesco.it

Scritto da Ennio Di Francesco   
PDF
Stampa
E-mail
 

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna