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Scattone nella scuola di Marta Russo La madre: "Non dovrebbe educare i giovani"
Sabato 26 Novembre 2011 06:58

scattone

Condannato per l'omicidio della studentessa, oggi insegna nel liceo che lei aveva frequentato. Aureliana Russo: "Si cerchi un altro mestiere". La preside: "Partecipo al dolore della famiglia e condivido le perplessità dell'opinione pubblica, ma va rispettata Cassazione e normative vigenti". I ragazzi: "E' un ottimo professore"

Scattone nella scuola di Marta Russo La madre: "Non dovrebbe educare i giovani" Giovanni Scattone al processo

"Rispetto la sentenza della Cassazione e le normative vigenti". Si appella alla burocrazia Tecla Sannino, la preside del liceo romano dove Giovanni Scattone, condannato in via definitiva a 5 anni e 4 mesi per l'omicidio di Marta Russo, insegna da settembre storia e filosofia. La notizia è anticipata oggi da "Il Fatto". Nello stesso Liceo scientifico romano Marta Russo studiò prima di andare all'Università dove fu uccisa da un proiettile sparato da una finestra della Facoltà di Giurisprudenza nel maggio del 1997. Quel proiettile, secondo la legge, venne esploso da Giovanni Scattone. Amaro il commento di Aureliana Russo, madre di Marta: "Ti senti come perseguitato dal destino, ma tanto è inutile perché non ci si può far nulla".

La preside. "Pur partecipando al dolore della famiglia di Marta Russo, e condividendo la perplessità dell'opinione pubblica - spiega Tecla Sannino - in qualità di dirigente scolastico e in qualità di rappresentante legale dell'istituto, sono tenuta a rispettare la sentenza della Cassazione e le normative vigenti che prevedono nomine di docenti supplenti secondo le graduatorie provinciali, curate dall'Ufficio ambito territoriale". Al di là delle

dichiarazioni ufficiali comunque la preside fa trapelare che c'è stato, all'interno del corpo docente, un lungo dibattito interno per quella che si è presentata da settembre come "una situazione molto delicata".

La madre di Marta Russo. "All'inizio dell'anno la madre di una alunna del Cavour mi telefonò sconvolta - racconta Aureliana Russo - per dirmi la novità: Scattone insegnava lì. Mi disse che volevano fare qualcosa per protestare, ma poi non ho più sentito nessuno, né tantomeno ho telefonato io. Del resto con chi me la potrei prendere? Con l'ultima sentenza Scattone non è più interdetto dai pubblici uffici, quindi... Capisco che si debba guadagnare il pane ma dovrebbe fare un altro mestiere. Dopo un delitto così atroce, lui non può essere un educatore di giovani; proprio lui non può insegnare filosofia. In tutte le scuole dove è andato a insegnare i genitori si sono ribellati ma non hanno potuto far niente. E' la legge".

Qualche anno fa, ricorda ancora la madre della studentessa, in una scuola di Ostia, dove era stata appena intitolata un'aula alla figlia arrivò a insegnare Scattone: "I docenti mi spiegarono il loro imbarazzo, ma non accadde niente". Certe notizie, spiega la madre di Marta, "mi sconvolgono sempre e minano il mio precario equilibrio, raggiunto negli anni a fatica. Ma soprattutto non mi aiutano a voltare pagina, cosa che ho cercato di fare intitolando un'associazione a Marta per la donazione degli organi. Proprio martedì prossimo al Centro Trapianti Regionale del San Camillo - sottolinea - assegneremo tre borse di studio da 5mila euro ad altrettanti medici neo-laureati per approfondire la cultura del trapianto. Sono queste le situazioni - conclude - che mi danno la forza di andare avanti".

Gli studenti. "Un ottimo insegnante, molto preparato e sempre disponibile''. Viene descritto così Giovanni Scattone dai ragazzi del V E, la classe del Liceo Cavour dove da settembre l'ex assistente universitario, condannato a 5 anni e 4 mesi per l'omicidio di Marta Russo, insegna storia e filosofia. ''Sappiamo perfettamente chi sia Giovanni Scattone, sappiamo del suo passato, ma questo non ci ha mai impensieriti. Forse solo un po' all'inizio - dicono i giovani all'uscita da scuola - Anche i nostri genitori non hanno mai avuto alcun problema. E' davvero un bravo professore, diverso anche dagli altri. Viene in classe con il pc, ci fa vedere video e interviste sui filosofi, ci dà le schede delle lezioni, insomma davvero un ottimo professionista''. Livio, uno studente di un'altra sezione, conosce il professor Scattone e non nasconde il suo timore. ''Io ho paura'', dice davanti agli amici che incalzano: ''No, no, è proprio terrorizzato''.

Gli insegnanti. Si dividono, invece, gli insegnanti dello Scientifico, lo stesso istituto che frequentò anche Marta Russo, prima di iscriversi a La Sapienza. ''Non dovrebbe essere qui - sostiene Franco Lombardi, insegnante di scienze - ma il problema non è suo, sono le norme che non vanno, andrebbero riviste''. ''Posso essere sincero? - chiede un altro professore - A me fa tenerezza, è molto timido, riservato, dimostra molti anni in meno rispetto a quelli che ha. Non sono sorpreso che insegni qui, ne ho viste talmente tante...''. Tra i corridoi della scuola tutti conoscono Giovanni Scattone, ma nessuno - o quasi - l'ha mai visto. ''E' un fantasma - sostiene una professoressa - non lo vediamo quasi mai. Credo sia molto riservato e forse vuole anche mantenere un basso profilo per non alimentare polemiche''. Gli occhi di Mauro, il barista del Liceo, non riescono a nascondere la delusione. ''Mette impressione avere qui a scuola Scattone - spiega - deve avere anche un bel coraggio, sapendo che sarebbe scoppiata una polemica. La colpa, però, è di chi ce l'ha messo''.

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
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