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Tutti i segreti del voto di Gomorra
Mercoledì 07 Dicembre 2011 07:37

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dai malati ai Testimoni di Geova

Schede che entrano ed escono dall'urna, ricatti e promesse

di IRENE DE ARCANGELIS

Tutti i segreti del voto di Gomorra dai malati ai Testimoni di Geova

DANZANO le schede elettorali, escono ed entrano dai seggi. Passano di mano in mano. Dettaglio della mega inchiesta che però le dà il nome, il superblitz "Il principe e (la scheda) ballerina". Dove il principe è il mega centro commerciale di Casal di Principe usato per la compravendita di voti in cambio di lavoro. La ballerina rappresenta invece l'articolato broglio elettorale. Inquinamento delle elezioni comunali del 2008 e nel 2010 a Casal di Principe. Il primo elettore colluso porta fuori dal seggio una scheda in bianco, mette la preferenza, la consegna a un secondo elettore. Che entra nel seggio e la imbuca nell'urna, poi esce con la sua scheda in bianco dove viene messa la preferenza prima di venire consegnata a un terzo.

Due i fronti d'indagine. Da un lato la raccolta di voti in tutti gli ambienti in cambio di promesse di lavoro, dall'altro la grande quantità di voti fasulli finiti nelle urne. A monte c'è una macchina mafiosa che coinvolge gli uffici comunali. Dove vengono falsificate e/o create ex novo carte d'identità e ristampati certificati elettorali intestati ad altre persone.

Ma chi sono coloro che vanno a votare senza saperlo? Per cominciare i Testimoni di Geova, un bacino di approvvigionamento sicuro, visto che per motivi religiosi i Testimoni di Geova non votano. Gli inquirenti interrogano l'Anziano, guida spirituale di Casal di Principe. E lui fornisce i dati, vengono ascoltati i diretti interessati, decine di persone. Tutti diranno: "Io non ho votato". C'è una sola

eccezione, un aspirante Testimone di Geova che però va a votare perché ha un cugino candidato. Si scopre che poco prima un'altra persona si era presentata al seggio con il suo documento e il suo certificato elettorale, ed era poi scappata perché un rappresentante di seggio che conosceva il legittimo elettore aveva dato l'allarme.

Ma il fronte Testimoni di Geova non è l'unico a venire sfruttato per i brogli. Gli investigatori scopriranno che ci sono molti elettori ricoverati in cliniche e ospedali e dunque nell'impossibilità di muoversi che invece avrebbero votato. Ci sono novantenni incapaci di intendere e di volere, disabili ed emigrati che non tornano in Italia da dieci anni. E soprattutto ci sono molti elettori senza documento che vengono riconosciuti dal presidente di seggio - l'avvocato Arturo Cantiello - e ammessi al voto. Uomini del clan. Cuore pulsante del voto pilotato è, si accerterà, l'Ufficio anagrafe del Comune, dove si clonano a pieno ritmo carte d'identità oppure si producono con un solo numero diverso da quella originale. Accade per le comunali del 2008 e per quelle del 2010. A fronte dell'articolata macchina criminale, poi, c'è la raccolta di voti reali. Parola magica è "lavoro".

Così l'inchiesta riconduce al centro commerciale "Il Principe". Assunzioni a raffica di chiunque prometta un mini pacchetto di voti per gli uomini dei Casalesi, ad esempio un barbiere assunto come operaio edile. Racconta il pentito Salvatore Caterino: "Antonio Corvino (ex candidato sindaco) comprava le donne regalando loro i tagliandi della mensa per i bambini della scuola dell'obbligo. Non so come riusciva a rubare dei blocchetti di buoni pasto dalle mense comunali e li consegnava a chi prometteva il voto. Si trattava di povera gente. Inoltre offriva posti di lavoro, in particolare a donne presso le mense scolastiche. Non so dire se queste lavoratrici fossero regolarmente inquadrate, in alcuni casi era lui stesso che pagava le spettanze. E proprio a suggellare l'acquisto del voto, l'elettore consegnava al candidato, fosse esso Corvino o Sebastiano Ferraro, una copia della carta d'identità".

Ma ci sono anche assunzioni alla Asl e da un dentista, denaro per fare la spesa in cambio della preferenza, assunzioni in un istituto religioso. Il manifesto del voto di scambio viene pronunciato - e intercettato - dallo stesso ex sindaco di Casal di Principe Cipriano Cristiano: "Non facciamo torti a nessuno. Voglio dire... favoriamo le persone che ci stanno vicino. Se una che sta vicino a noi, se una che ci favorisce nelle elezioni a sindaco... la politica... la politica è questa. Quindi è regolare, non ci sta niente di irregolare che noi favoriamo te". Controllo assoluto della macchina amministrativa.

Ad esempio gli uffici comunali usati come alcova dal candidato Antonio Corvino. Che viene intercettato mentre parla con una donna: "Tu ci stai con la tua amica? Ma questa come è? E dove ci vogliamo vedere? Andiamo in un ufficio.. .. sta un ufficio mio". Corvino chiama poi un amico: "Adesso la chiamo stanno a venire.. . quella Cinzia, mi devo fare un po' di chiava..... sto come un pazzo.. . ce le portiamo sopra il Comune, nella stanza mia, là hai voglia di fare...".

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
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