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L'assessore prodiano che, col "family gay",fa infuriare la curia
Sabato 17 Dicembre 2011 09:15

Frascaroli

Lo strappo si è consumato dopo un editoriale di Bologna Sette, settimanale di Avvenire, che ha invitato le associazioni cattoliche ad uscire dalla Consulta della famiglia del capoluogo emiliano.

Un editoriale senza firma, dunque da attribuire direttamente all'arcivescovo, il cardinale Carlo Caffarra. "Il dialogo (con il Comune, ndr) si interrompe nel momento stesso in cui c'è la pretesa di assimilare tutto alla famiglia", ha poi incalzato il presidente provinciale delle Acli, Francesco Murru. È la levata di scudi contro l'assessore bolognese al Welfare Amelia Frascaroli, che ha aperto la Consulta a gay e lesbiche, sollecitando l'ingresso delle associazioni Agedo (genitori di omosessuali) e Famiglie Arcobaleno.

Frascaroli è colei che ha sfidato il sindaco Virginio Merola alle primarie del centrosinistra, sostenuta dal leader di Sel Nicky Vendola e da Romano Prodi. Sconfitta da Merola, la Frascaroli è poi entrata nella sua squadra. Cattolica pure lei, una vita trascorsa nella Caritas, l'assessore ha il pallino delle politiche inclusive e del dovere di rappresentare tutte le realtà sociali. Tanto che adesso, senza nemmeno scomporsi, della scelta di allargare la Consulta agli omosessuali fa una questione di principio. "La Consulta è un organismo con un ruolo istituzionale e deve tenere dentro tutti" dice. "La cultura dello sbarramento non mi appartiene, il Comune deve muoversi secondo criteri di inclusione". Posizione che, fin dalle primarie, le era valsa l'ostilità di una parte del mondo cattolico.

Con la Frascaroli si sono schierati, oltre a Sel, il segretario provinciale del Pd, Raffaele Donini, e anche l'Italia dei valori, con il presidente della commissione Politiche sociali Pasquale Caviano che ha escluso ogni preclusione agli omosessuali. Apparentemente la materia del contendere ruota intorno al regolamento della Consulta: per le associazioni cattoliche, sono i membri dell'organismo consultivo a dover valutare le domande di ingresso. Il Comune, invece, demanda tutto al proprio segretario. In realtà è in gioco una partita politica iniziata con la decisione della Regione di ampliare i diritti a tutti, anche alle coppie gay. Cosa che riguarda, tanto per fare un esempio, assegnazione di case popolari o contributi per il pagamento dell'affitto.

La Consulta, che ha il compito di dare indicazioni sulle politiche a sostegno delle famiglie, oggi è costituita da diciotto associazioni, delle quali, tra Focolarini e Movimento cristiano dei lavoratori, tredici di ispirazione cattolica. Tutte in procinto di fare fagotto, con una secessione annunciata la scorsa settimana, tappa che precede la costituzione di un nuovo organismo, un forum o una associazione di associazioni. Per loro, la giunta Merola si è piegata alla volontà di Sel. "Ma non si dica che siamo il braccio armato della Curia", dice Murru delle Acli. "Certo, dalla Diocesi è arrivata una sollecitazione forte. Ma noi abbiamo deciso in piena autonomia...".

 


Nata a Bologna nel 1954, è laureata in pedagogia e dedita all'attività politico culturale bolognese dagli anni '70. Fin da giovane è impegnata nell'associazionismo cattolico allora rinvigorito dalle aperture conciliari, in particolare nella congregazione mariana dei Padri Gesuiti, ma anche negli spazi dell'allora movimento studentesco (collettivo de "Il Manifesto").

Nel 1977, e per i successivi 15 anni, ha lavorato per il Comune di Bologna come educatrice di asilo nido e come pedagogista. Nel 1984, assieme ad altre famiglie, ha aperto la sezione bolognese dell'Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie). Dal 1991 al 2007 la Caritas Diocesana di Bologna le ha affidato il coordinamento del settore Formazione e progetti con il compito di promuovere realtà di volontariato nel territorio, il Servizio civile dei ragazzi e delle ragazze, percorsi di formazione alla solidarietà e alla cittadinanza attiva, reti di collaborazione tra il tessuto sociale e civile della città e le istituzioni. Dal 1999 al 2001 è presidente della Consulta comunale di Bologna contro l'esclusione sociale. Nel 2005 è nominata dalla Provincia di Bologna membro del cda dell'Opera Pia dei Poveri Vergognosi. Nello stesso anno è diventata vicepresidente della medesima istituzione partecipando così alla trasformazione giuridica dell'ente in Azienda per i servizi alla persona (Asp). Nel 2008 ha promosso la nascita dell'associazione "Povertà: nuove ricchezze", un ponte tra l'Università di Bologna e le povertà cittadine. Alle elezioni amministrative del giugno 2009 è stata eletta al Consiglio comunale di Bologna nelle fila del Pd con più di 630 preferenze, risultando così la prima tra le consigliere elette per numero di voti. Per incompatibilità istituzionale, nello stesso momento ha lasciato l'incarico di vicepresidente dell'Asp Poveri Vergognosi. Alle elezioni amministrative del 15-16 giugno 2011 si è presentata a capo della lista per il Consiglio comunale "Con Amelia per Bologna, con Vendola", collegata a Virginio Merola sindaco, totalizzando 3.941 voti e risultando la donna più votata d'Italia in quest'ultima tornata elettorale.

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Scritto da Il Venerdì di Repubblica   
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