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La vergogna di essere italiano
Domenica 18 Dicembre 2011 09:03

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Mercati finanziari sempre più altalenanti, spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi ai massimi livelli da decine di anni a questa parte, disoccupazione giovanile con punte elevatissime; è il quadro desolante con cui siamo costretti a confrontarci giorno dopo giorno. "Molti dicevano che la responsabilità fosse solo di Berlusconi, adesso il Cavaliere non c'è più eppure la situazione non è migliorata" a ripeterlo come un mantra sono tutti o quasi gli esponenti più agguerriti del Pdl. Ultimo in ordine di tempo il segretario Angelino Alfano che non si stanca di sottolineare come tra gli economisti ci sia stato anche chi abbia quantificato le dimissioni dell'allora premier Berlusconi in due o trecento punti di spread. Tutto falso, argomenta Angelino, i livelli attuali del differenziale, sono pari a quelli di quando governava il governo precedente.

Obiettare a simili argomentazioni è impossibile.

L'economia continua a languire come prima e rifugiarsi nella sterile tesi secondo cui se ora al governo ci fosse ancora Berlusconi l'Italia sarebbe già fallita, sarebbe sintomo di grave miopia oltre che di pura stoltezza argomentativa.

Il vero problema non era certo Berlusconi bensì il berlusconismo di cui egli era nel contempo l'artefice ed il prodotto, venuto meno il primo non era detto che sarebbe scomparso anche il secondo come infatti si è dimostrato.

 

L'attaccamento al proprio particolare, vedi l'ostruzionismo delle lobbie alle liberalizzazioni proposte dal governo.

La rozzezza bestiale di taluni politici che privi di qualsiasi argomentazione politica sbraitano come animali inferociti e spaesati, l'atteggiamento in questi giorni degli esponenti della Lega Nord in Parlamento ne è un plastico esempio.

Il cinismo dei privilegiati con un lavoro a tempo indeterminato ottenuto con sotterfugi e clientele che rimbrottano a chi un occupazione non ce l'ha di rimboccarsi le maniche perché tanto se uno vuole lavorare qualcosa da fare lo si trova sempre. Non importa che ciò di cui ci si lamenta è la mancanza di opportunità, che il sognare di fare il lavoro per cui si crede di essere portati deve essere un diritto e non un optional sociale e che in ogni caso il lavoro non c'è proprio, per gli onesti. No, per chi un'occupazione l'ha avuta regalata a prescindere dai meriti, il problema è sempre uno: l'utopia stolta dei comunisti nullafacenti sempre alla ricerca di una società più equa.

C'è qualcuno che continua a professarsi fiero di essere italiano, altri che addirittura vivono l'italianità come un privilegio, non io però.

Oggi più che mai mi vergogno di essere un cittadino di questo sciagurato Paese.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Scritto da Raffaele de Chiara   
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