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Don Verzè: un prete tra fede e blasfemia
Domenica 08 Gennaio 2012 17:57

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Nato come sacerdote di provincia, vissuto come imprenditore di successo, morto ultranovantenne indagato per bancarotta fraudolenta. Luigi Maria Verzè è stato un sacerdote atipico e moderno, nato a Illasi nel veronese nel 20' è morto a Milano il 31 dicembre scorso. Don Verzè, come tutti lo chiamavano, durante la sua esistenza, all'immortalità dell'anima ha preferito quella del corpo, alla tonaca, l'abito sartoriale, agli inconvenienti dei pellegrinaggi con i fedeli la comodità del suo jet privato. L'ospedale San Raffaele di Milano e l'Università Vita-Salute San Raffaele sono le sue opere principali poste al servizio della comunità. Di lui si racconta che amasse il lusso ed il rapporto con i potenti.

Quale sia il reale messaggio evangelico ed il compito precipuo della chiesa è questione che riguarda principalmente teologi ed addetti ai lavori, da credente però non posso esimermi dal riscontrare qualche discrasia tra i messaggi contenuti nei testi sacri e l'operato di alcuni vertici ecclesiastici.

Ogni domenica assistiamo all'angelus del Papa che dalla sua camera pontifica su quali siano i reali valori della vita impaludato in preziosi ornamenti e sovrastato da monili d'oro. Sovente attoniti ci capita di osservare i sacri palazzi che siano quelli di Roma o quelli appena più modesti di provincia, lussuosi e inaccessibili ai più. Spesso osserviamo il "sacro" distacco con cui vescovi e cardinali passeggiano per le strade delle loro comunità attorniati da energumeni che ne impediscono fin'anche la visione.

Senza correre il rischio di peccare di blasfemia mi limiterò ad una semplice provocazione.

Per tantissimi Don Verzè è stato un luminare, un uomo straordinario ed un sacerdote eccezionale. Per tutti i cattolici Joseph Ratzinger non è solo un uomo bensì Sua Santità Benedetto XVI.

Come definire allora i missionari che armati solo delle loro piccole croci di legno al collo girano il mondo e danno la vita per trasmettere la parola di Cristo?

Essere ultimi tra gli ultimi anelando alla vita eterna ed interpretando l'esistenza terrena solo come un breve tragitto al servizio del prossimo è ciò che penso debba essere la missione della chiesa.

Delle presunte responsabilità morali di Don Verzè avrà già giudicato l'Altissimo, di quelle materiali non ci sarà più bisogno.

Chi valuterà in questa vita il ruolo e l'operato di chi in nome dell'amore e della fratellanza non disprezza di pascersi delle proprie ricchezze?

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Scritto da Raffaele de Chiara   
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