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Forum, lo strappo di Vecchioni "Caro sindaco, io vado via"
Martedì 10 Gennaio 2012 08:02

vecchioni

Lettera a "Repubblica": mi ero infilato in un una specie di bosco dove non conoscevo nè sentieri nè piante"

di ROBERTO FUCCILLO

Forum, lo strappo di Vecchioni "Caro sindaco, io vado via"

"Controverse accoglienze". Rimarrà forse questa definizione, siglata dalla amarezza di Roberto Vecchioni, come epitaffio alla sua vicenda napoletana. È la definizione, un pizzico elegante, con la quale il cantautore ha giustificato l'abbandono definitivo del ring del Forum delle culture, con una lettera di dimissioni inviata al sindaco Luigi de Magistris (in cronaca nazionale a pagina 20).

Una brutta storia, tre mesi vissuti davvero pericolosamente. Era l'8 ottobre quando il sindaco Luigi de Magistris annunciò la scelta. "Nome di alto profilo, non solo nazionale", disse. Bei tempi, a vederli con gli occhi di oggi. Vecchioni rappresentava anche la continuità con la impresa elettorale dell'ex pm: aveva cantato per lui all'ultima manifestazione in piazza Dante, e simboleggiava il legame da costruire con la Milano di Giuliano Pisapia, l'altra grande sorpresa elettorale.

La lettera che Vecchioni ha inviato a Repubblica

Ci fu uno stand-by di una decina di giorni, il tempo necessario perché Nicola Oddati, vecchio patron del Forum, acconsentisse alle sue dimissioni. "Avanti tutta - disse Vecchioni prendendo servizio - sarà massacrante, lo so. Ci sarà chi mi avverte "attento a questo qui", e viceversa. Non mi spaventa. D'altro canto per tutto l'anno venturo, non ho preso impegni musicali". Sapeva insomma il vincitore di Sanremo di scendere in una arena non proprio tutta rose e fiori.

Le spine vere arrivarono però a fine novembre. La nuova struttura della Fondazione era ancora oggetto di trattative fra Regione e Comune, ma il 20 novembre il CdA si riunisce e da la mossa senza ritorno: sul suo tavolo piove la proposta di un compenso a Vecchioni di 220mila euro, proprio mentre lui va dichiarando in giro che chiederà agli ospiti di partecipare anche gratuitamente. Si diffondono dubbi fra i partiti, specie il Pd, e sconcerto nel popolo dei blog. Lo stessso de Magistris è costretto a intervenire on-line: "Il compenso di Roberto sarà adeguato al suo profilo di grande artista e al suo ruolo di fuoriclasse, tenendo conto della condizione economica che caratterizza il Paese e Napoli in particolare".

È il segnale. Vecchioni fa una controfferta: "In questo clima sono pronto a rivedere il compenso, ma allora mi terrò spazi per le mie attività artistiche". Ma ormai il bubbone è scoppiato. Il 28 novembre Vecchioni fa trapelare che "se non c'è la serenità con cui pensavo di fare questo lavoro, dovrò ripensarci". Il presidente della Regione avverte: il plafond può essere al massimo di 100mila euro. In città ormai non si parla d'altro. Vecchioni critica Oddati, Oddati lo querela. Il 30 novembre la stessa moglie di Vecchioni, Daria Colombo, fa sapere di aver consigliato al marito di tirare i remi in barca.

Il 3 dicembre il passo forse più doloroso: Vecchioni rinuncia al compenso, e si comincia a capire che resterà presidente di nome, ma pro-forma di fatto, limitando assai le sue trasferte in città. Diventa chiaro che la giocata di de Magistris lo ha messo in fuorigioco, ci si chiede chi guiderà ora davvero la baracca. Un limbo che durerà un altro mese.

Arriva la Befana e stavolta, oltre alle feste, si porta via anche il sognatore di Samarcanda: un pezzo di carbone, che ora de Magistris dovrà tentare di tramutare in qualcosa per salvare ancora questo benedetto Forum delle polemiche. Intanto Napoli beve il calice amaro della sua scomoda unicità: Vecchioni la esalta, riferisce al sindaco di tutti i suoi entusiasmi, ma nota anche che "cominciai a avvertire che mi ero infilato in una specie di bosco di cui non conoscevo né sentieri né piante"; racconta ancora dei suoi sforzi, ma conclude che "poi c'è stata la realtà", la scoperta che "un artista poco ha a che fare con i meccanismi per lui astrusi, arcani, insondabili, di qualsiasi realtà politica". Qualcosa del genere l'ha sostenuto nei giorni scorsi un altro che ha fatto le valigie, il presidente dell'Asìa Raphael Rossi: "Certe prassi politiche a Napoli sono terribili". Pregiudizio o maledizione?

(10 gennaio 2012)

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
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