Iscriviti alla Newsletter:
Il Futuro è la Pace
Home Notizie UN UOMO CORAGGIOSO LASCIATO COLPEVOLMENTE SOLO
UN UOMO CORAGGIOSO LASCIATO COLPEVOLMENTE SOLO
Lunedì 16 Gennaio 2012 10:44

Guido_Rossa_2012

E' l'alba del 24 gennaio del 1979. Le Brigate rosse uccidono il sindacalista Guido Rossa, uomo coraggioso, che da solo aveva provato a rompere il clima di omertà che regnava nelle fabbriche intorno ai terroristi. Guido Rossa fu ucciso perchè sapeva troppo. Fu ucciso perchè lasciato solo dai suoi compagni di fabbrica e di partito.Guido Rossa sapeva che le Br miravano alla capitolazione dello Stato e alla resa delle Istituzioni liberamente elette.Rossa, militante della Cgil e del Pci, aveva denunciato un suo compagno di lavoro, Francesco Berardi. Lo aveva visto mentre lasciava dei volantini delle Brigate Rosse in fabbrica. Non era stato l'unico e vederlo, ma fu l'unico a firmare la denuncia e a testimoniare al processo facendolo condannare. Una scelta coraggiosa in anni nei quali si faceva strada, soprattutto nelle fabbriche, lo slogan "né con lo stato né con le BR". Guido Rossa invece aveva scelto da quale parte stare.Firmando la denuncia contro Berardi, che in seguito si suiciderà in carcere, aveva firmato la propria condanna a morte. I Brigatisti lo uccidono e colpiscono così per la prima volta un operaio comunista. L' Associazione "Memoria condivisa" si unisce a quanti martedì  mattina alle ore 10  del 24 gennaio in via Fracchia saranno presenti alla cerimonia, a Sabina per aver saputo sempre tenere alto il nome e la storia dell' amatisimo papà, una storia di esempio per tutte le persone che hanno a cuore le sorti della democrazia nel nostro Paese.Grazie di cuore, ti  siamo infinitamente grati.

A nome di tutta l'associazione.

Mario Arpaia

Guido_Rossa_Alpinista

Dal libro "Guido Rossa, mio padre" di Giovanni Fasanella e Sabina Rossa:

All' Amico OTTAVIO, anno 1970

Con le lotte dell' autunno caldo il movimento operaio italiano ha dimostrato, a chi pensava come ad una ripetizione dell' esperienza del maggio francese, di saper fare di più e meglio. La classe operaia ha saputo riufiutare  il discorso strategicamente infantile e semplicistico del "tutto o nulla", non nel senso che il movimento di classe abbia rifiutato la prospettiva di una lotta rivoluzionaria; ma valutando che, nella società a capitalismo avanzato, la via della rivoluzione sociale non è solo il frutto di minoranze coscienti e combattive, ma invece il risultato delle conquiste della classe operaia di ampi strati sociali, di uno sforzo da condurre ogni giorno, nella fabbrica e nella società per limitare il potere dei gruppi monopostici. In questo senso è giusto  parlare dell' esperienza italiana come di un movimento che ponendo  al suo centro il problema di una profonda trasformazione dei rapporti sociali si è sviluppato attraverso la costruzione di un ampio fronte di lotta che saldando tra loro i problemi delle lotte rivendicative e quelli delle riforme, ha posto il problema degli sbocchi politici come frutto di una originale combinazione tra costruzione di un nuovo potere  operaio in fabbrica e lotta per importanti riforme sociali.

( GUIDO ROSSA sindacalista )

Io penso che il compito nostro non sia quello di elaborare modelli delle società future, ma sia proprio questo: capire il movimento reale, di classe concretamente presente oggi, che può portare al superamento dell' attuale società.In quanto " all' uomo nuovo" o a migliorare l'uomo, personalmente ho già una grande fiducia in quello attuale e penso che basterebbe poterlo inserire in una società come questa: - Aperta a tutti i valori a tutte le concretezze umane, alla originalità dalla quale sia bandita la "concorrenza come suprema legge dell'economia" e "il profitto come motore essenziale del progresso economico" Una società che non si fondi sul dominio del denaro che genera schiavitù dell' uomo, nel quale il valore di ciascuno non si misuri dal denaro che possiede. Una società nella quale ogni attività abbia relamente una funzione comunitaria, originale contributo della persona messo a disposizione della crescita degli altri; una società che sia veramente una comunità di lavoratori egualmente responsabili, iomini liberi e uguali, nella comunicazione con gli altri ai quali devono portare il loro autentico originale contributo, una società nella quale l'autorità, invece di pretendere l'integrazione della vivacità una e spirituale nel suo schema artefatto, sia un servizio alla crescita della libertà per l'arricchimento della comunità; una società guidata da uno Stato profondamente laico, nella quale possono incontrasi, dialogare e vicendevolmente arricchirsi le varie coscienze, le diverse concezioni della vita, senza posizioni di privilegio per chicchesia; una società nella quale lo Stato più che difendere i diritti di alcune classi e di alcune religioni, difenda i diritti dell' uomo, di ogni uomo.

( DON NICOLA CALBI )

Scritto da Ass. Memoria Condivisa   
PDF
Stampa
E-mail
 

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna