Martedì 24 Gennaio 2012 16:40 |
per Guido Rossa l'operaio che scalava le vette Il suo infinito é nell'anelito ansimante mentre sospeso dalla parete innevata parla con le nuvole azzurre. E' nella goccia di sudore che al bagliore dell'alto forno all'Italsider scava la fronte. L'infinito di Guido Rossa, operaio che scalava le vette verso il cielo e giù sulla terra. Nell'ansia assoluta di libertà, dignità, amore, giustizia, uguaglianza per tutti sempre e dovunque. Lotta, speranza ed impegno. Forse indistinto sentire di Dio-Cristo nell'uomo, e viceversa. Ma Caino col tuono senza tempo della P38 all'alba del 24 gennaio '79 sporca di sangue la luce. Odio, viltà, solitudine, ideologia uccidono Guido Rossa l'operaio che costruiva crocefissi di bulloni e di cielo. E con lui l'infinito. Ciao Sabina, lassù tuo Papà è stella per tutti. Carissimo Ennio, per fortuna che ci sono persone come te, illuminate e confortate dalla fede, assistito dalla poesia. Guido Rossa ci osserva dalla vetta dalla quale gli impedirono di scendere. Guido Rossa conosceva benissimo la montagna, conosceva le difficoltà e le insidie, ma come tutti gli sportivi autentici, sono fatti di un'altra pasta, hanno spiccato il senso della solidarietà, uno sportivo vero non lascia mai sole le persone in difficoltà ovunque esse si trovano,le aspetta le rincuora, se tutti praticassimo almeno uno sport, saremmo senz'altro migliori,più buoni, meno legati alle cose terrene, meno indifferenti, lo sport sviluppa la resistenza anche al dolore fisico. Lo sport vero non è competizione, ma misurarsi con se stessi prima di tutto, abituasi a farcela con le proprie gambe e braccia, un vero sportivo si prepara seriamente prima di affrontare le insidie della montagna che sono diverse dalle insidie che la vita ha riservato a Guido Rossa. Un abbraccio. Mario |
Scritto da dott. Ennio Di Francesco ass. Alessandrini |