Iscriviti alla Newsletter:
Il Futuro è la Pace
Home Notizie Eternit, Casale rinuncia al maxi risarcimento
Eternit, Casale rinuncia al maxi risarcimento
Domenica 05 Febbraio 2012 08:35

eternit

Eternit, Casale rinuncia

al maxi risarcimento

Dopo una lunga discusione, il Comune dice no ai 18 milioni offerti dall'imprenditore svizzero Schmidheiny per uscire dal processo in cui è imputato

di SARA STRIPPOLI

Eternit, Casale rinuncia al maxi risarcimento

A dieci giorni dalla sentenza, Casale ha deciso di respingere la proposta dell'Eternit e rinuncia così ai 18 milioni offerti dall'imputato Schmidheiny. Il sindaco Giorgio Demezzi è soddisfatto: "Una decisione presa nell'interesse della nostra città. Le luci della ribalta che adesso sono accese non devono assolutamente spegnersi, abbiamo bisogno di una costante attenzione nei confronti del nostro territorio e chiediamo che le promesse si trasformino in aiuti concreti".

La decisione arrivata con la giunta di questa mattina è stata presa all'unanimità. Nessuna opposizione all'interno dell'amministrazione guidata dal centrodestra. "Ci auguriamo che il 13 venga emessa una sentenza esemplare". dice ancora il sindaco. Per Bruno Pesce, il presidente dell'Associazione familiari vittime dell'amianto, questa è una giornata di festa: "Avevo scommesso caffè in giro, ho vinto. Riconosciamo al Comune di Casale di aver fatto la scelta più giusta, che consente di proseguire la battaglia per ottenere giustizia".

Curino

Laura Curino

TORINO-STEPHAN Schmidheiny è un magnate svizzero, che negli anni 90 ha dato vita a una fondazione per lo sviluppo sostenibile in America Latina, e ha ricevuto per questo dei premi come "filantropo". Potrebbe far parte della schiera degli industriali illuminati, come gli Olivetti, avrebbe potuto essere il protagonista di uno degli emozionanti monologhi di Laura Curino. Che invece ha deciso di dare voce alla sua controparte, a quella Casale Monferrato che ancora oggi continua a contare i suoi morti per cancro e asbetosi; mentre Schmidheiny siede sul banco degli imputati nel processo Eternit, ed è considerato uno dei principali responsabili per la morte di migliaia di persone. Parla poco di lui e molto di quel manto invisibile che ha ucciso silenziosamente e inquinato il volto di una città "Malapolvere", il monologo che Laura Curino presenta in prima nazionale da oggi al 12 febbraio al Gobetti, prodotto da Fondazione Teatro Stabile e associazione Muse, scritto dall' attrice e progettato con Lucio Diana, Alessandro Bigatti, Elisa Zanino. Per quale ragione ha voluto occuparsi del dramma dell' amianto? «Perché è una tragedia greca, e il minimo che si possa fare è condividere il dramma di chi sta patendo ancora oggi le conseguenze e della città. Devo dire che una parte della mia famiglia viene da Casale, quindi ero sensibile a questa storia e ne avevo una conoscenza diretta. Ma da questo a mettere su uno spettacolo...» E cosa l' ha fatta decidere? «L' aver letto "Malapolvere", il libro di Silvana Mossano, una giornalista di Casale che segue attentamente la cronaca degli eventi sull' Eternit: il libro è un misto molto bene equilibrato di testimonianze e di informazioni, resta sempre in equilibrio fra emozione e oggettività. Da lì ha preso piede la mia ricerca». Però lo spettacolo non ricalca il libro. «C' è moltissimo materiale e un' ottima documentazione sul tema dell' amianto, e l' Aifeva (Associazione familiari vittime dell' amianto, ndr) è molto disponibile e offre tutto il sostegno possibilea chi si vuole interessare dell' argomento. Quindi ho scelto di concentrarmi su alcune storie, poche, quelle che l' Aifeva considera come emblematiche. Ma non sono loro, le vittime, a raccontare la storia». E chi allora? «Gli oggetti. Perché le cose sono coperte dalla polvere e alcune non si possono spolverare: come il Castello di Casale, la piazza del Cavallo, i giardini pubblici, il mercato. E poi parlano le acque, quelle del Po in particolare, che vanno dappertutto e ovunque hanno contribuito a inquinare. Parla anche un arrogante aspirapolvere americano, e la Torre, che vede tutto dall' alto: era il solo modo di allontanarsi prospetticamente dalla vicenda, da vicino la visione perde obiettività». Un racconto storico, dunque... «No, la tragedia dell' Eternit è anche una metafora molto calzante di tutto ciò che è invisibile ma ti avvelena. Questo è anche uno spettacolo sugli antidoti: restare svegli e attenti. In fondo questo è il cuore della tragedia greca: restare in ozio anziché inseguire i propri commerci, ma un ozio vigile, in cui si ascolta una storia e la si condivide. Perché se è vero che oggi non possiamo occuparci di tutto, perlomeno possiamo non abbassare la guardia e offrire il nostro sostegno a chi se ne occupa». - ALESSANDRA VINDROLA

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
PDF
Stampa
E-mail
 

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna