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Cancellieri: "Posto fisso vicino a mamma"
Lunedì 06 Febbraio 2012 15:37

 

cancellieri

E' un falso Sig.re Ministro, state cercando l'alibi per abolire l' articolo 18, sono attacchi strumentali che i giovani precari e disoccupati non meritano, il vostro intendo e quello di Monti è di piegare la resistenza della CGIL, è l'unica tutela che è rimasta, ci appelliamo alla grande manifestazione che ci vide a Roma in tre milioni, quei numeri fecero impallidire Berlusconi e il Ministro Sacconi. La maggioranza dei giovani del Sud sono emigrati al Nord, provi la Cancellieri e la Fornero a chiamare gli uffici dell'anagrafe dei Comuni del Sud e si renderà conto di quanti giovani laureati e non sono emigrati. Per reperire i dati La Fornero metta a lavorare il suo vice il raccomandato Michel Martone. Come ha scritto Dario Vergassola più che grandi sfigati sono piccoli eroi. E non importa se ci metteranno più degli altri a Laurearsi. So per certo che sia quei pochi di loro che diventeranno la futura classe dirigente del Paese, che quei tanti che saranno disoccupati a vita con laurea, saranno consapevoli del valore che hanno i sacrifici, sperando che anche a qualcuno di loro arrivi una botta di culo, come quella di diventare viceministro a 37 anni.   

Mario Arpaia

Fornero: "Illusione lavoro a vita"

Il ministro del Welfare: "Su riforma non si può tergiversare". Monti: "Governo vuole accelerare, senza esasperazioni". Il segretario della Cgil: "Il governo sui licenziamenti vuole fare da solo". Bonanni: "Necessarie revisioni". Anche la Uil apre a modifiche sul licenziamento per motivi economici. Marcegaglia: "Norma va rivista in modo serio"

Cancellieri: "Posto fisso vicino a mamma" Fornero: "Illusione lavoro a vita" Il segretario della Cgil, Susanna Camusso

"Noi, precari e lontani da mamma"

Gli studenti contro il precariato

Fornero: "Il posto fisso per tutti? Un'illusione"

Quando i tecnici comunicano male

ROMA - "Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà". Il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, in una intervista a Tgcom24, apre una nuova querelle sul tema caldo del lavoro. Con una frase destinata a innescare nuove polemiche dopo le parole di Mario Monti 1 che aveva definito 'monotono' il posto fisso. Il ministro torna sull'uscita di Monti, dicendo che "è nata una querelle frutto di una fretta d'interpretazione. Il mondo moderno ha grandi esperienza di mobilità, noi viviamo nella cultura del posto fisso. Il mondo sta cambiando, come avviene nei paesi emergenti". Insomma, aggiunge, "dobbiamo fare un salto, ma non demonizziamo. Monti ha voluto sdrammatizzare, non è stato fatto per mancanza di rispetto verso nessuno".

Sulla necessità si agire in fretta sulla riforma interviene di nuovo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che, inaugurando l'anno accademico all'Università di Torino 2, ribadisce: "Su riforma bisogna agire, non si può più tergiversare. Il percorso deve essere rapido, non ci si può fermare, aspettare. Non è una soluzione e il governo ha il dovere di agire per cercare di risolvere i problemi, anche se questo non vuol dire negare al Parlamento la priorità di decidere. È in corso un dialogo con le parti sociali - dice -. Ciò vuol dire che non è tutto deciso, ma vogliamo ascoltare''. E sul posto fisso aggiunge: ''Bisogna spalmare le tutele su tutti, non promettere il posto fisso che non si può dare. Questo vuol dire fare promesse facili, dare illusioni''. Infine, sul tema del licenziamento ha spiegato: ''Non vogliamo che non esista la possibilità di licenziare, ma che chi è stato licenziato sia aiutato dalle istituzioni e dall'azienda di trovare in tempi ragionevoli una nuova occupazione''.

E che il governo voglia accelerare sulle riforme lo ha ribadito anche il premier, Mario Monti in una dichiarazione alla stampa con Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse: "Potete immaginare come il governo italiano sia avido di collaborare con l'Ocse e avere il suo impulso, proprio perché si occupa di quelle cose che noi con accelerato impulso intendiamo realizzare in Italia, a partire dalle riforme strutturali". Poi, entrando nello specifico della riforma del lavoro, ha sottolineato: "Mi sfugge completamente quale potrebbe essere la ragione di un intento da parte del governo di esasperare alcunché specialmente in una materia importante e sensibile e socialmente cruciale come il mercato del lavoro", ribadendo l'importanza del dialogo con le parti sociali e con i sindacati per cercare "di aggredire quel drammatico problema della disoccupazione giovanile".

Sulla trattativa in corso tra le parti sociali e il governo è intervenuto anche il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera: "C'è un tavolo aperto che ancora non ha raggiunto alcuna conclusione, quindi non commento - ha detto il ministro -. Tutti i temi di questo tavolo che hanno a che fare con il contratto, con la flessibilità in entrata o in uscita, con gli ammortizzatori sociali e i servizi all'occupazione: sono capitoli di un unico piano che deve essere rivisto - ha sottolineato Passera -. Gli ammortizzatori sociali sono molti e le aziende li pagano, quindi non c'è ragione di non utilizzarli. Ma in certi casi c'è un abuso e questi ammortizzatori, quando non c'è effettiva possibilità di risanare l'azienda, non sono utili. Il tema dell'indennità di disoccupazione quindi in questi casi va affrontato, ma è ancora tutto sul tavolo".

"Questo è un governo che spesso pensa di non dover rendere conto a nessuno e quindi immagina di poter procedere anche da solo", dice il segretario generale della Cgil Susanna Camusso che, intervistata da Radio Popolare, ha replicato alle proposte avanzate da Cisl e Uil sull'art.18: "Una manutenzione dell'articolo 18 intesa come diminuzione della sua efficacia non è giusta e nemmeno necessaria. La cosa che ci preoccupa più di tutte è l'idea che da un confronto sul mercato del lavoro e sul tema fondamentale del dualismo del mercato del lavoro e della precarietà si è passati a una discussione su come indebolire le tutele dei lavoratori", aggiunge. "Certo, se bisogna discutere solo di licenziamenti il tempo diventa infinito. Non faccio previsioni ma penso che ci sono questioni molto complicate su cui le posizioni sono profondamente diverse.

Apre, invece, a una 'manutenzione' dell'art.18 il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni che, dopo le dichiarazioni rilasciate nell'intervista al Sole 24 Ore sulla possibilità di 'tirare fuori dall'area dell'articolo 18 questioni come i licenziamenti economici', oggi ospite ad Agorà su Rai Tre ha ribadito che "c'è bisogno di una robusta manutenzione e alcune inefficienze possiamo anche revisionarle". "Proponiamo delle cause veloci" nei casi di licenziamenti, ha aggiunto Bonanni, "il sistema giudiziario troppo spesso si slabbra". Il leader della Cisl ha inoltre affermato di non aver sentito ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: "La Camusso? Ieri non l'ho sentita, c'era la neve anche sulle linee telefoniche. Alla fine però il buon senso porterà tutti a trovare la quadra".

Possibilista sulla riscrittura della norma nelle parti relative al licenziamento per motivi economici si è detto anche il leader Uil, Luigi Angeletti. In un'intervista a La Stampa ha ribadito ha detto no ad interventi per modificare l'art.18 che riguarda la tutela dei licenziamenti senza giustificato motivo, ma ha aggiunto: "Se in quel testo c'è una lacuna, se il mondo nel frattempo è cambiato e occorre sancire un principio, sono disposto a dire sì a una legge che dica esplicitamente, fatte salve le ragioni discriminatorie, quando il licenziamento è consentito per motivi economici".

''L'articolo 18 va rivisto in modo serio perché dobbiamo diventare europei in tutto'', è la posizione della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, nell'ambito della trattativa avviata tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. La presidente degli industriali, che ha parlato a margine della Mobility Conference 2012 promossa da Assolombarda, si è espressa a favore di un meccanismo di ''indennizzo economico'' per i dipendenti che perdono il posto di lavoro per motivi non previsti dalla cosiddetta ''giusta causa''.

Scritto da Mario Arpaia   
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