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Contro i privilegi. Coerenza. Diritti. Garanzie.
Mercoledì 22 Febbraio 2012 06:35

commessi_montecitorio

Commessi da 9mila euro I privilegi della Camera

Sono le richieste al centro delle dieci domande che il comitato Il Nostro Tempo è Adesso, la rete dei precari italiani, rivolge al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro Elsa Fornero. Affinchè la precarietà "non sia più oggetto di speculazione, ma un tema su cui agire concretamente per ridare dignità al nostro lavoro".

Ecco le 10 domande:

1.Il governo ha intenzione di ridurre le forme contrattuali e combattere i contratti truffa che nascondono lavoro subordinato (stage, cocopro, finte partite iva, associazioni in partecipazione, lavoro a chiamata), affermando il principio che a un lavoro stabile deve corrispondere un contratto stabile?

2. Il governo ha intenzione di far valere il principio costituzionale dell'equo compenso, collegando i livelli minimi delle retribuzioni ai contratti nazionali per tutti e obbligando a pagare di più chi è strutturalmente discontinuo?

3. Il governo pensa di trovare le risorse per estendere realmente gli ammortizzatori sociali e garantire a tutti la continuità di reddito?

4. Il governo ha un piano per far uscire i giovani dalla prigione dell'immobilità sociale, combattere l'inoccupazione e la disoccupazione, magari garantendo un reddito minimo a queste figure in chiave di attivazione?

5. Il governo si pone il problema del futuro previdenziale dei giovani, che si costruisce solo aumentando i compensi e quindi i contributi versati dei datori per tutti i lavoratori?

6. Il governo si pone il tema che la precarietà esclude i giovani dalla rappresentanza e quindi li rende ricattabili a ogni livello?

7. Il governo ha intenzione di estendere a tutti/eil diritto alla maternità e alla paternità?

8. Il governo ha intenzione di estendere l'indennità di malattia prevista per i subordinati anche ai precari?

9. Il governo si pone il problema dell'impossibilità di continuare a formarsi e aggiornarsi per la gran parte dei precari?

10. Il governo ha intenzione di intervenire sull'emergenza casa per i giovani (vicina o lontano da quella di mamma e papà, ma una ci serve)?

Scritto in Senza categoria | 5 Commenti »

5 commenti

gwaterloo 21 febbraio 2012 alle 18:10

Ma non sarebbe il caso che fossero i cinquantenni che hanno perso il lavoro a far sentire la loro voce? I giovani hanno il mondo davanti, i cinquantenni che li hanno in famiglia no, per questi nessuna parola, nè tanto meno da parte dei partiti come se a lavorare dovessero essere solo i giovani, E quelli che non hanno più nulla dinanzia a sè sino alla fantomatica pensione? Nessun corso di formazione serio, nessuna cassa integrazione (sappiamo che è solo per gli eletti dai sindacati), nessun incentivo, nessuna apertura nei centri per l'impiego, covi di parassiti che non servono a nulla.

mauczz 21 febbraio 2012 alle 18:28

Queste dieci domande poste a madama Fornero o a super Monti ottengono dieci bei sì di risposta tondi tondi, senza neanche il disturbo di argomentare (entrambi hanno già ampiamente dimostrato una fin esagerata autostima)... sarebbe il caso non di chiedere se sì o se no, ma, per ciascuna tematica:

- come;

- quando;

- con quale fonte di finaziamento;

paola_torino 21 febbraio 2012 alle 18:41

Ringrazio gwaterloo, per il post precedente, la contrapposizione tra le generazioni, è una bagarre orchestrata ad arte, per indebolire i lavoratori, non ci sono vecchi contro giovani o viceversa, questa è una guerra tra poveri! Neanche garantiti contro non garantiti, semplicemente chi è dentro (al mondo del lavoro) e chi è fuori che abbia 20/30/40/50 anni. Non è allungando l'età pensionabile o togliendo diritti a chi ancora né conserva qualcuno, tempo indeterminato e art.18, che si risolve il problema degli esclusi, è solo facendo politiche economiche di sviluppo, che anche questo Governo non sembra intenzionato a fare.Tanto poi arriveranno tutti a 50 anni e capiranno che è anche peggio, ho 55 anni e da quando ho perso il tempo indeterminato nel 2003 ho fatto: mobilità, corsi di riqualificazione professionale, tempi determinati, e disoccupazione, ora sono senza disoccupazione, con un buco di 6 anni in più per raggiungere la pensione, lavoro zero, purtroppo i nostri figli sanno che se non cambiamo la situazione toccherà anche a loro?

freetrade 21 febbraio 2012 alle 19:08

Ma tutti sappiamo che non e' la tipologia, il posto fisso o il posto precario, che da' dignita' al lavoro. E' la consapevolezza del valore del proprio lavoro che cambia la vita. E' la conseguente capacita' di mettersi in gioco, di negoziare il proprio compenso e i propri diritti, laddove possibile, senza l'umiliante intermediazione della cupola sindacale. Un lavoratore libero e consapevole e' un lavoratore che fa a meno della CGIL (o qualunque altro sindacato), che ne smaschera le ipocrisie, l'attaccamento al potere clientelare. I nostri figli devono mettere il turbo alla creativita' e fare il pieno di consapevolezza, per evitare di vivere una vita di rivendicazione passiva di diritti negati, mediata da altri che della rivendicazione hanno fatto un mestiere.

vinvag 21 febbraio 2012 alle 19:54

Cari precari, mettetevi il cuore in pace. Quano più vi agitate tanto più affonderete nelle sabbie mobili. la maggior parte del lavoro precario è nei serivizi e la maggior parte in prestazioni di tipo professionale. Quelle possono essere fatte come dipendente, come co.co.pro o co.co.co., come lavoratore autonomo, come imprenditore individuale o come socio individuale di società di capitali (ad esempio la nuova s.s.r.l.) Quanto più verranno alzate barriere per tutelarvi tanto più verrete cacciati dalle imprese verso forme sempre più autonome, tipo imprenditore o socio individuale di s.s.r.l. A quel punto non potrà più tutelarvi nessuno perché non ho mai visto una Eura incinta. E le vostre condizioni preggioreranno: oltre al danno anche le beffe, perché verrete trattati come dei luridi evasori. Amen. Cara La Repubblica, la smetta di cacciare i preari sempre più nei guai.

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
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