Domenica 04 Marzo 2012 15:53 |
Carissimo Sindaco, la città di Bologna ha perso un cittadino illustre, un poeta, i poeti nascono uno ogni 50 anni. Dalla amava la Puglia, il nostro mare, il mare delle Isole Tremiti, il Sud assolato, la sua luce accecante. Cantava: Che cosa resterà di me? Del transito terrestre? Di tutte le impressioni che ho avuto in questa vita? Il ricordo, senz'altro la memoria, le cose che hai fatto e che saranno tramandate, cantava ancora Dalla... più si invecchia più affiorano i ricordi lontanissimi come se fosse ieri mi vedo a volte in braccio a mia madre e sento ancora i teneri commenti di mio padre i pranzi, le domeniche dai nonni le voglie e le esplosioni irrazionali e i primi passi, gioie dispiaceri... Ha raccontato il nostro concittadino Renzo Arbore di aver tentuto sulle gambe Lucio Dalla, nella cittadina di Manfredonia dove l'estate passava le vacanze con la famiglia. La mamma di dalla faceva la modista, realizzava cappelli che metteva in una valigia e scendeva in Puglia a venderli presso le famiglie agiate. Manfedonia ha adottato Dalla, speso arrivava con la sua band e in piazza si esibiva in memorabili concerti. Ricordo di avelo fotografato alle Tremiti era sula sua barca, ursuto, sorridente, scrutava il mare come fanno i vecchi marinai... Ci nascondiamo di notte Per paura degli automobilisti Degli inotipisti Siamo i gatti neri Siamo i pessimisti Siamo i cattivi pensieri E non abbiamo da mangiare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Babbo, che eri un gran cacciatore Di quaglie e di faggiani Caccia via queste mosche Che non mi fanno dormire Che mi fanno arrabbiare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare E' inutile Non c'è più lavoro Non c'è più decoro Dio o chi per lui Sta cercando di dividerci Di farci del male Di farci annegare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Con la forza di un ricatto L'uomo diventò qualcuno Resuscitò anche i morti Spalancò prigioni Bloccò sei treni Con relativi vagoni Innalzò per un attimo il povero Ad un ruolo difficile da mantenere Poi lo lasciò cadere A piangere e a urlare Solo in mezzo al mare Com'è profondo il mare Poi da solo l'urlo Diventò un tamburo E il povero come un lampo Nel cielo sicuro Cominciò una guerra Per conquistare Quello scherzo di terra Che il suo grande cuore Doveva coltivare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Ma la terra Gli fu portata via Compresa quella rimasta addosso Fu scaraventato In un palazzo,in un fosso Non ricordo bene Poi una storia di catene Bastonate E chirurgia sperimentale Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Intanto un mistico Forse un'aviatore Inventò la commozione E rimise d'accordo tutti I belli con i brutti Con qualche danno per i brutti Che si videro consegnare Un pezzo di specchio Così da potersi guardare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Frattanto i pesci Dai quali discendiamo tutti Assistettero curiosi Al dramma collettivo Di questo mondo Che a loro indubbiamente Doveva sembrar cattivo E cominciarono a pensare Nel loro grande mare Com'è profondo il mare Nel loro grande mare Com'è profondo il mare E' chiaro Che il pensiero dà fastidio Anche se chi pensa E' muto come un pesce Anzi un pesce E come pesce è difficile da bloccare Perchè lo protegge il mare Com'è profondo il mare Certo Chi comanda Non è disposto a fare distinzioni poetiche Il pensiero come l'oceano Non lo puoi bloccare Non lo puoi recintare Così stanno bruciando il mare Così stanno uccidendo il mare Così stanno umiliando il mare Così stanno piegando il mare Non ci ha lasciati soli, le sue canzoni, le sue poesie, la sua musica continueranno ad attraversare la nostra anima e il nostro cuore. |
Scritto da Mario Arpaia |