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Ipocrisia femminista
Domenica 01 Aprile 2012 18:16

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No a donne considerate oggetto, regali, mero materiale. A lanciare l'ultima crociata contro l'uomo predatore ai danni della donna consenziente e vittima è Michela Marzano, docente di Filosofia Morale e politica dell'università Renè Descartès di Parigi. L'esime professoressa in un articolo pubblicato sul quotidiano "la Repubblica" lo scorso 29 marzo, partendo dalle pruriginose vicende riguardanti l'ex direttore del Fondo Monetario Internazionale Strauss Kahn, coglie l'occasione per inscenare una lezioncina morale che ha un unico pregio e molti difetti. Descrive in maniera perfetta il fenomeno della mercificazione del corpo femminile in atto nell'attuale temperie schiacciando però l'intero ragionamento sul vetusto e astruso paradigma che vede la donna consenziente e debitamente retribuita per i propri servigi sessuali, come vittima di famelici appetiti maschili.

Strauss Kahn è attualmente indagato dalle autorità francesi per sfruttamento della prostituzione, in alcuni sms pubblicati dal quotidiano francese "Le Monde", Kahn avrebbe definito alcune prostitute di professione o semplicemente ragazze prestate per l'occasione, "materiale" o "regali" con cui trastullarsi.

Sull'asserzione che la donna non sia e non debba mai considerarsi come un oggetto credo che tutti o quasi possano dirsi d'accordo.

Nel contempo però se due individui decidono liberamente emanciparsi dal monito Kantiano secondo cui la differenza fondamentale tra le persone e le cose è che le seconde hanno un prezzo mentre le prima una dignità, certamente non si può giungere al paradosso di biasimare l'uno e compatire l'altro.

Marzano nelle note vesti di femminista riesce, con un'abile giravolta dialettica, a capovolgere i termini della questione. Due consenzienti l'una nelle vesti di venditrice del proprio corpo e l'altro in quelle di acquirente, entrambi "moralmente riprovevoli", mutano, una in vittima e l'altro in carnefice. Scrive la Marzano: "L'ex direttore dell'FMI continua a negare in blocco l'utilizzo della forza o della violenza: «Non ci sono mai state relazioni forzate o imposte». La difesa è sempre la stessa. Come ai tempi del Sofitel. Solo che, questa volta, gli sms sono più che eloquenti. E a forza di parlare delle donne come di un «materiale» è facile poi considerare che tutto quello che si voglia fare di loro (o con loro) sia lecito. Perché l'unica cosa che importa sono le proprie pulsioni. L'altro, in quanto altro, non esiste. E' solo un supporto che si può mettere in valigia e portare dove si vuole..."

Considerare una donna "materiale" e farsi considerare liberamente "oggetto" per denaro o altre utilità per Marzano non è la stessa cosa.

Per noi indefessi amanti della logica e fieri oppositori dell'ipocrisia specie quella femminista, sì.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Scritto da Raffaele de Chiara   
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