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Diaz, Pg Cassazione: "Impossibile applicare il reato di tortura"
Lunedì 11 Giugno 2012 16:45

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Durante l'appello per il processo agli uomini delle forze dell'ordine condannati per i pestaggi nella scuola del G8 a Genova, il magistrato dell'accusa si dice contrario all'applicazione di un'aggravante che, nell'ordinamento italiano, ancora non esiste. Venerdì la sentenza; a Roma arriveranno le vittime

di MARCO PREVE

Diaz, Pg Cassazione: "Impossibile applicare il reato di tortura"

La "tortura" non può entrare nel processo per la brutale irruzione nella scuola Diaz durante il G8 genovese del 2001.

Sposa la linea "tradizionalista" della Suprema Corte, ovvero quella che salvaguarda la "riserva di legge" dei singoli stati a dispetto degli indirizzi europei, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Pietro Gaeta, che, nella sua requisitoria in corso davanti alla Quinta sezione per il processo ai poliziotti condannati per il pestaggio dei No Global e le false prove per coprirlo, ha detto "no" al ricorso della Procura di Genova che chiedeva pene più elevate per l'applicazione dell'aggravante della tortura in forza della convenzione europea contro la tortura applicata da numerose sentenze della Corte europea.

La Procura generale di Genova aveva avanzato tale richiesta sottolineando come la Corte Europea abbia stabilito che trattamenti inumani, degradanti e tortura siano reati imprescrittibili. Gli Stati che devono ancora applicare queste indicazioni (e tra i ritardatari cronici c'è l'Italia) al momento in cui dovranno recepire questo indirizzo non potranno fare altro che dichiarare la tortura un reato senza prescrizione.

Nonostante questa sia una strada obbligata, la Cassazione ad oggi si muove su un percorso più "tradizionale" che rifiuta forzature che si intromettano nel potere legislativo nazionale.

E visto che ad oggi il reato di tortura non è contemplato dal nostro ordinamento, il pg Gaeta ha rilevato che su questa materia "c'è la riserva di legge", pertanto rientra nella competenza di ogni singolo stato nazionale.

Ad avviso del pg, inoltre, "la concessione delle attenuanti generiche, a favore degli imputati, non può essere messa in discussione dalla sollecitazione a ritenere imprescrittibile l'accusa di tortura". Un passaggio che si riferiva alla posizione di Michelangelo Fournier l'ex vicecapo della celere romana che riconobbe come la notte della Diaz fu "una macelleria messicana".

Nel corso dell'udienza è stata respinta la richiesta dei difensori degli imputati di riascoltare i testimoni.

Il pg, domani, proseguirà nella sua requisitoria e affronterà i singoli ricorsi dei 25 imputati.

A Roma per ora è presente solo uno dei "massacrati" della Diaz, il giornalista inglese Mark Covell (per la sua aggressione venne aperto un fascicolo per tentato omicidio ma fu impossibile scoprire i picchiatori in divisa). "Ho piena fiducia nei giudici della

Suprema Corte - ha detto Covell - anche se so che il verdetto sulle violenze di quella notte, alla Scuola Diaz, sarà comunque controverso: ma se dovesse andare male e finisse con le assoluzioni dei poliziotti sarebbe preoccupante per il futuro democratico dell'Italia".

"Venerdì giorno della sentenza - spiega Mark - arriveranno anche le altre persone che sono state picchiate insieme a me".

(11 giugno 2012) © Riproduzione riservata

Scritto da Quotidiano la Repubblica   
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