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A trent'anni dalla strage del Dc9 Itavia è ancora polemica "Ustica fu una bomba"
Martedì 26 Giugno 2012 07:57

ustica

Scontro Giovanardi-Priore

Il sottosegretario: "Ci sono certezze che ad abbattere l'aereo fu una bomba e non un missile". Insorgono i parenti delle vittime: "Cose mendaci". Il giudice che indagò sulla strage: "Mi dica se parla a nome del governo". Veltroni: "Parole senza responsabilità". E Ciancimino: "Quella sera il ministro convocò mio padre" Lo speciale di Repubblica

"Ustica fu una bomba" Scontro Giovanardi-Priore I resti del Dc9 Itavia al Museo per la memoria di Ustica

A due giorni dal trentennale della strage di Ustica, si scaldano i toni a seguito delle parole pronunciate dal sottosegretario del governo Carlo Giovanardi che ha sostenuto che ad abbattere l'aereo su cui viaggiavano 81 persone fu una bomba e non un missile. Parole che hanno fatto gridare d'indignazione il giudice che indagò sulla strage e i parenti delle vittime.

Giovanardi: tracce di una bomba. Intervistato a Radio Anch'io il sottosegretario ha dichiarato: "Le sentenze hanno spazzato via l'ipotesi del missile e della battaglia aerea. Sappiamo ormai con certezza che non c'erano aerei in prossimità del Dc9 e che le tracce accertate sui resti dell'aereo, come tutti possono vedere a Bologna (presso il Museo per la memoria di Ustica è stato costruito il velivolo che si è inabissato in mare, ndr), sono quelle di una bomba. C'è da chiedersi perché all'epoca non si indagò su questa ipotesi". Prosegue ancora: "Ci sono delle certezze che emergono. Non c'erano missili, non c'erano aerei, ci sono tracce di bomba, Semmai queste tracce sono simili a quelle della bomba che buttò giù l'aereo della Pan Am a Lockerbie".

La replica di Priore. Interviene immediatamente il giudice Rosario Priore, che ha indagato a lungo sulla tragedia. "Si sollevano questioni e dubbi a cui più volte si è risposto - risponde il magistrato, che ha più volte domandato a Giovanardi se il suo è un intervento a nome del governo: "Lo stesso governo che dovrà sostenere le rogatorie rivolte agli Stati Uniti, alla Francia e alla Nato. Se lei rappresenta il governo, questo è un problema". Il sottosegretario ha replicato dicendo di parlare a nome dell'esecutivo.

Bonfietti: "Cose mendaci". A Bologna, in occasione di un convegno sui trent'anni dalla strage, Daria Bonfietti, presidente dell'associazione familiari vittime, replica così a Giovanardi: "La sua è un'informazione che fa disinformazione. Dice cose mendaci e non riesco a confrontarmi con lui".

Veltroni: "Parole senza responsabilità". Dello stesso tono le dichiarazioni di Walter Veltroni, presente al convegno in Sala Farnese a Palazzo D'Accursio, sede dell'amministrazione comunale bolognese. Per Veltroni Giovanardi è "un sottosegretario che si occupa di tutt'altro" e "che sostiene che il governo è convinto che sia stata una bomba". per Veltroni "questa è una novità perché non risultava agli atti nessuna dichiarazione impegnativa del governo" e dunque "si vorrebbe sapere messa da chi: Giovanardi lascia intendere che siano stati i libici ma allora perché si va ad abbracciare Gheddafi". Le parole di Giovanardi sono per Veltroni "l'indice che si parla senza alcuna responsabilità".

Ciancimino: ''Mio padre convocato dal ministro". Doveva essere una serata tranquilla, stavamo andando a giocare a carte ad un torneo di poker in un noto circolo dei potenti siciliani. Arrivati all'ingresso del circolo c'era un'auto blu che aspettava mio padre e Rosario Nicoletti, segretario della Dc siciliana. Erano stati convocati d'urgenza a casa del ministro della difesa Ruffini (Attilio ndr) per una riunione''. Sono i ricordi della sera del 27 giugno 1980 di Massimo Ciancimino, il figlio di Vito, intervistato dall'emittente bolognese Radio Città del Capo. ''Ricordo il malessere di mio padre nel non poter dire ad un caro amico quello che era successo. Era l'ingegnere Roberto Parisi della Icem, l'azienda che aveva in gestione l'illuminazione pubblica a Palermo. Parisi perse la moglie e la figlia Alessandra sull'aereo''. Ma perché il padre venne coinvolto? Ciancimino jr lo spiega così ''Posso dire che mi fu detto subito che era stato un aereo francese. C'era una volontà di controllo del territorio, in quel momento c'erano grandi obblighi da parte della politica siciliana collusa e controllata da Roma che imponeva le scelte di alcune aree da destinare agli alleati quindi anche per questo la scelta di coinvolgere mio padre, non solo per il suo rapporto con i cosiddetti corleonesi''.

Casini contro la "strategia del silenzio". Pierferdinando Casini ha teso la mano a Veltroni e a Giuseppe Pisanu: "Sono disponibile con loro in parlamento a qualsiasi iniziativa sarà opportuno assumere anche per sollecitare quella disponibilità che è necessaria non solo verso le massime istituzioni del nostro paese ma anche di quelle dei altri paesi per arrivare finalmente all'accertamento di quella verità". Ha poi lodato l'associazione dei familiari delle vittime che si è battuta nonostante la "strategia del silenzio" messa in atto sulla strage. "Oggi purtroppo dopo tanto tempo non dico che siamo all'anno zero, ma ben distanti dalla verità".

Pisanu: "Non c'è più la ragion di Stato". L'ex ministro Pisanu è intervenuto telefonicamente aò convegno di Bologna: "A trent'anni di distanza non ci sono più o si sono molto attenuate le ragioni di Stato, dello Stato italiano e di eventuali Stati esteri, che possano impedirci di accertare la verità su Ustica. E penso anche che questa verità dobbiamo cercarla soprattutto riflettendo sulle ipotesi contenute nella scrupolosa sentenza di Priore". La verità, ha poi concluso Pisanu, "è l'unico risarcimento che possiamo immaginare".

Prodi ringrazia la Bonfietti. "Cosa avremmo saputo della strage di Ustica senza di voi, senza la perseveranza e il coraggio, senza la vostra dedizione?". E' il ringraziamento inviato da Romano Prodi all'associazione dei famigliari delle vittime di Ustica e alla sua "tenace presidente" Daria Bonfietti in occasione dei trent'anni della sciagura. Ai parenti l'ex premier ha riconosciuto che "avreste potuto trasformare il vostro dolore in volontà di vendetta e in rancore, al contrario avete cercato di migliorare il tessuto civile della comunità nazionale promuovendo verità, conoscenza e valori: ci avete costretto a riflettere sulla democrazia e sulla sua messa in pratica".

Scritto da Quotidiano la Repubblica   
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