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Il lavoro non è un diritto
Domenica 01 Luglio 2012 17:02

raffa_es

"Il lavoro non è un diritto. L'occupazione bisogna conquistarsela". In estrema sintesi è questa la dichiarazione rilasciata ad un quotidiano straniero dal ministro del lavoro Elsa Fornero.

Definire una boutade la cacciata della signora, figlia di operai come da lei più volte sottolineato con orgoglio, sarebbe semplicistico e riduttivo così come enfatizzarla fino al punto di etichettare il ministro come il prodotto di un capitalismo becero ed iniquo.

L'affermazione si limita a fotografare solo l'odierna realtà.

Discutere se sia condivisibile o meno tale visione della società è altra cosa rispetto al giudizio da muovere nei confronti della titolare del dicastero di via Flavia.

Da sempre fautore del merito non posso che guardare con simpatia a qualunque meccanismo che si proponga di selezionare i soggetti migliori per svolgere determinate attività. Sfido chiunque a trovare qualcuno che non voglia che a capo di un ospedale come di una redazione di giornale come di una qualsiasi altra azienda pubblica o privata non pretenda che ci sia il migliore sul campo. In questo senso, il lavoro non può essere un diritto. Non si può pretendere che qualunque inetto abbia un posto di rilievo solo perché cittadino italiano.

Di contro però è bene sottolineare come la stessa esistenza umana non sia concepibile senza un lavoro. Negare quest'ultimo significa negare la vita stessa catapultando la società civile in uno status ancestrale dove a fare da padrone è il vecchio adagio homo homini lupus.

Il diritto al lavoro non può che declinarsi nel senso di garantire a ciascuno un'occupazione in base alle proprie inclinazioni e capacità.

Naturalmente non conosco quali siano state le reali intenzioni del ministro nel pronunciare quell'affermazione ma una cosa è certa leggendo quelle parole da trentenne laureato, specializzato con un master e ancora in cerca di un'occupazione mi sono sentito profondamente sbeffeggiato.

Cara Fornero forse ha proprio ragione; dopo aver visto regalare posti di lavoro a determinati soggetti solo perché raccomandati, dopo aver toccato con mano cosa significhi cercare di entrare nella casta chiusa delle professioni libere senza essere il rampollo di notabili, non posso che convenire con lei: il lavoro non è più un diritto; è il privilegio dei disonesti e dei riccastri.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Sal

Scritto da Raffaele de Chiara   
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