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LA MAFIA NON HA PAURA DELLE PAROLE
Giovedì 30 Agosto 2012 14:33

scopelliti

Levico Terme (TN) - Lunedì scorso sulla Piazza della Chiesa dello SS Redentore, nella splendida cittadina termale, in Valsugana, per la rassegna "Idee d'autore", organizzata dall'Associazione Mondo Giovani di Levico, si è presentata un'interessante serata dal tema: "Dinastie Mafiose", ospiti il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti e Mimmo Nasone, coordinatore di Reggio Calabria dell'Associazione Libera.

Un bel pubblico di giovani, molto attento, interessato, è la dimostrazione che le problematiche della criminalità sono seguite anche in Trentino, non a caso, un'Associazione Libera è stata da pochi mesi inaugurata anche a Trento. Dopo i saluti del Sindaco di Levico Terme Giampiero Passamani che ha dato valore alle iniziative dei giovani, il breve intervento dell'Assessore Franco Panizza, che ha portato il saluto Istituzionale dalla Provincia Autonoma di Trento, e ha fatto dono al Governatore della Calabria di un libro sulla Comunità Trentina, poi, con estrema chiarezza ha riferito che " in trentino pur essendo zona tranquilla, esiste il pericolo che si diffonda l'illegalità".

Il Governatore Scopelliti ha sottolineato la particolarità del territorio calabro ma oggi vede una battaglia più decisa, ferma contro la criminalità. E aggiunge: "Una volta la politica andava a braccetto con la mafia, con la 'ndràngheta. Ora c'è uno spartiacque: c'è una politica che convive, e chi è contro.Ma soprattutto c'è il coinvolgimento della società civile contro la criminalità".

Per la diffusione dell'illegalità il governatore evidenziava che la 'ndràngheta si alimenta, dove ci sono le risorse, dove c'è la ricchezza, poi, aggiungeva che non bisogna guardare solo alla politica, perché la mafia, la 'ndràngheta convive, intreccia con le istituzioni e l'imprenditoria. Poneva l'attenzione, dove altrove alcuni movimenti sono chiamate delle Lobby e in Calabria, invece è 'ndràngheta.

Importante e di rilievo il passaggio del Presidente Scopelliti sulla confisca dei beni che è un dato reale, la sottrazione alla mafia e alla 'ndràngheta, questo, dà non poco fastidio. Ma dava rilievo anche ai limiti della legge, il lungo tempo per l'applicazione, e la superiore incombenza per un sindaco che deve firmare lo sgombero. Quindi, un bene confiscato deve essere assegnato in tempi brevi e libero. Per la mafia un bene chiuso, inutilizzato, è segno di potere, dimostra che lo stato non è capace. Infine il governatore poneva risalto che la Mafia non ha paura delle parole, perché tanto non spostano nulla e purtroppo in Italia c'è chi fa antimafia solo a chiacchiere.

Mimmo Nasone, raccontava della sua esperienza in Libera: dopo le stragi del 1992, ci si domandava: Cosa possiamo fare? E Don Ciotti che proveniva dall'esperienza tra i drogati, tra gli ultimi a Torino, incontrò Don Italo Calabrò di Reggio Calabria che gli spiegava cos'è la mafia, la 'ndràngheta. Così organizzò e raccolse un milione di firme per la legge "Confisca dei beni ai mafiosi", e nel 1995 diede luce a Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

Nasone poneva l'accento sulla trasversalità della mafia alla politica che va da destra a sinistra.

Poi, poneva le attuali problematiche dei giochi: "Gratta e Vinci" e quelli on line, affermando: " Uno Stato che fa cassa con i giochi non è uno Stato serio. Dietro le manipolazioni c'è la criminalità".

Infine riferiva che come Don Italo Calabrò, mons. Giancarlo Maria Bregantini, e Don Ciotti in Calabria e in Sicilia, c'è bisogno di una Chiesa con maggiore vitalità che parli chiaro con verità.

L'incontro si preannunciava di assoluto interesse e, di fatto, lo è stato, sia per gli ospiti ma soprattutto per la presenza di un pubblico attento e di giovani. Va dato merito all'Associazione Mondo Giovani che ha saputo organizzare eventi culturali di assoluto rilievo e che mostra significativi e positivi segnali, per un percorso certamente da seguire che porta una sicura ed ulteriore crescita per la collettiva con un positivo ritorno dell'immagine della cittadina di Levico Terme. Bene i giovani di Libera Trentino, che hanno parlato con nuovo linguaggio quello della concretezza, così senza mezzi termini i sedici beni confiscati alla criminalità in trentino non lasciano dubbi circa la presenza della criminalità, e del come sia importante combattere, soprattutto, la mentalità mafiosa anche in Trentino, e qui all'applauso del pubblico si è notato uno scatto d'incredulità del governatore, quasi meravigliato. Ma i fatti sono fatti!

di Michele Luongo

Scritto da Via Cialdini rivista culturale   
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