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Sant’Anna di Stazzema, la tragedia senza colpevoli - L'eccidio nazista di 560 morti innocenti che non vedrà mai un processo
Mercoledì 03 Ottobre 2012 16:17

Stazzema

 

 L'eccidio nazista di 560 morti innocenti che non vedrà mai un processo

Sant'Anna di Stazzema, la tragedia senza colpevoli

In Germania i procuratori hanno affermato di non essere riusciti a raccogliere sufficienti prove sulla responsabilità di 17 sospetti, tutti ex-Ss, nell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema,

560 MORTI - I 560 morti del 12 agosto 1944, quindi, non hanno avuto giustizia nel Paese, la Germania, dal quale provengono i loro assassini, ovvero un'unità della sedicesima divisione corazzata "Reichsfuehrer SS" guidata dal generale Max Simon. Con buona pace del lavoro del Tribunale militare di La Spezia che ripercorse tutta la storia dimostrando l'assoluta colpevolezza di 9 imputati, condannandoli all'ergastolo.

MANCANO LE PROVE - Per la Corte di Stoccarda invece non esistono prove sufficienti. Morale la strage di Sant'Anna di Stazzema non ha colpevoli, per quanto la magistratura italiana, nonché la storia, abbiano definito con certezza le responsabilità e le colpe di quanto successo quella sera. Michele Silicani, sindaco di Stazzema, non ci sta ed esprime tutto il suo disappunto per una decisione la quale non ha voluto dimostrare se si fosse trattato o meno di un'azione pianificata.

LA RABBIA DEL SINDACO - "L'istruttoria italiana -spiega il Sindaco- ha chiarito lo svolgimento dei fatti. Nei prossimi giorni assumero' un'iniziativa forte nei confronti del Ministro degli Esteri, Giulio Terzi e del ministro della Giustizia, Paola Severino affinchè inizi un percorsi di dialogo tra due grandi Paesi come la Germania e l'Italia per il riconoscimento delle sentenze emesse dai rispettivi tribunali. Ho letto del rammarico del ministro tedesco e spero che questo aiuterà". Silicani invierà anche una lettera a Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo e destinatario del "kapò" rivoltogli da Silvio Berlusconi.

NIENTE ESTRADIZIONE - Martin Schulz andò in visita sia a Sant'Anna sia a Marzabotto. "Ci offende e ci ferisce -conclude Silicani- sapere che per un certo senso siamo di nuovo da capo, anche se per noi la sentenza del 2005 resta un caposaldo della verità storica e giudiziaria per la serietà con cui le indagini furono condotte dal Pool bilingue che supportava il lavoro del Procuratore Marco De Paolis e lo ribadiremo in tutte le sedi". E torniamo alle condanne emesse dal Tribunale di La Spezia nel 2005, con un totale di 9 ergastoli tra i quali spiccava quello di Gerhard Sommer, 91enne che già godette della "protezione" tedesca, visto che venne respinta la richiesta italiana di estradizione.

ESSERE SS NON E' UN DELITTO - Il procuratore capo della Procura di Stoccarda, Claudia Krath, ha rassicurato sulla buona fede dell'operato del suo ufficio, spiegando che è stato fatto tutto il possibile per determinare le responsabilità dei militari. Sarà, ma nella sentenza è specificato anche che è stato impossibile definire il numero esatto dei morti visto che Stazzema, come vedremo, venne inserita nella zona bianca, ovvero un'area nella quale potevano confluire anche rifugiati di altre zone, oltre a spiegare che l'appartenenza alle Ss non vale da sola una condanna. Certo, ma vanificare così il lavoro di un tribunale come quello di La Spezia facendolo passare per visionario non è comunque bello.

DOLORE - "Sono consapevole che si tratta di un grave prova per i familiari delle vittime di questo crimine di guerra", ha spiegato il ministro della giustizia del Baden-Wuerttemberg, Rainer Stickelberger, il quale però ha anche ricordato come secondo l'ordinamento tedesco è necessario provare senza tema di smentita il coinvolgimento di un membro delle Ss in una strage. Una decisione che la stessa Krath ha definito "dolorosa", mentre il procuratore militare di Roma, Marco de Paolis, si è definito "stupito", ricordando la solidità dell'impianto accusatorio confermato dalla Cassazione.

LA PERPLESSITA' DI DE PAOLIS - Per quanto riguarda invece la posizione tedesca sull'impossibilità di pervenire agli autori dell'eccidio, de Paolis ha spiegato che si è giunti alle condanne sia su una base di prove sia sulle confessioni di alcuni degli imputati con giornalisti. Quindi secondo de Paolis come si può dire che manca la certezza se qualcuno ha affermato "si, sono stato io?". Si, sono stati loro ad essere protagonisti di uno degli episodi più biechi della II Guerra mondiale: a S.Anna di Stazzema in 560, nella massima parte bambini, donne e anziani, furono massacrati dai nazisti della 16a Ss Panzergrenadier Division "Reichsfuhrer Ss", comandata dal generale Max Simon, il 12 agosto 1944 e continuata in altre località fino alla fine del mese.

ZONA BIANCA - Ai primi di agosto 1944 Sant'Anna era stata qualificata dal comando tedesco "zona bianca" ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione, in quell'estate, aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante cio', all'alba del 12 agosto 1944, tre reparti di Ss salirono a Sant'Anna mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle sopra il paese di Valdicastello.

L'ECCIDIO - Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant'Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati mentre donne vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case. In poco più di tre ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano, compiendo atti di efferata barbarie.

LA STRAGE - La vittima piu' giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. Sebbene fosse viva era gravemente ferita. A trovare la piccola fu una sorella che, miracolosamente superstite, la rinveni' tra le braccia della madre ormai morta. Mori' pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello. Non si tratto' di rappresaglia: come e' emerso dalle indagini della procura militare di La Spezia, si tratto' di "un atto terroristico, di una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio". L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona. (AdnKronos / Photocredit Wikipedia)

Scritto da ADN/Kronos   
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