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Deportazione degli ebrei romani
Martedì 16 Ottobre 2012 08:29

Ebrei_roma

Marcia silenziosa per non dimenticare

Il 16 ottobre 1943 vennero rastrellati e portati ad Auschwitz 1.024 persone. Martedì sera la comunità ebraica sfilerà insieme alla comunità di Sant'Egidio da Santa Maria in Trastevere al ghetto. E in mattinata Zingaretti consegnerà alla comunità la documentazione sui 350 bambini romani vittime dei nazisti durante l'occupazione di Roma

Deportazione degli ebrei romani Marcia silenziosa per non dimenticare

Marcia silenziosa per commemorare la deportazione di 1.024 ebrei romani nel 69esimo anniversario, il 16 ottobre 1943. Dalle 19 alle 20.30 circa, la comunità di Sant'Egidio e la comunità ebraica hanno organizzato una "marcia silenziosa" che partirà da Piazza Santa Maria in Trastevere, attraversando via della Lungaretta, piazza Tavani Arquati, largo De Matha, attraversamento di viale Trastevere, via della Lungaretta, via della Lungarina, piazza In Piscinula, lungotevere Degli Alberteschi, Ponte Cestio, Piazza San Bartolomeo all'isola, Ponte Fabricio, attraversamento di lungotevere Pierleoni, via Portico d'Ottavia fino a raggiungere largo 16 ottobre 1943.

Nella mattinata, invece, alle ore 11, al Palazzo della Cultura in via del Portico d'Ottavia 5, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti riconsegnerà alla comunità i documenti, rinvenuti presso gli archivi dell'International Tracing Service di Bad Arolsen, su oltre 350 bambini romani deportati dai nazisti durante l'occupazione.

Sempre in mattinata verrà inoltre presentato il volume "16.10.1943. Li hanno portati via" (a cura del Progetto Storia e memoria della Provincia, edito da Fandango Libri), che raccoglie parte delle fotografie, lettere e corrispondenze, ricostruendo la dolorosa e frustrante ricerca di notizie compiuta, dopo la fine della guerra, dalle famiglie e dalle autorità religiose e civili italiane.

Parteciperanno Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, Riccardo Pacifici, presidente della comunità

ebraica di Roma, Susanne Urban, direttrice archivio storico Its, Bad Arolsen, e Umberto Gentiloni, responsabile Progetto storia e memoria della Provincia. Per partecipare all'iniziativa occorre accreditarsi presso Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .

L'episodio commemorato è uno degli episodi tristemente salienti dell'occupazione nazista di Roma. All'alba di sabato 16 ottobre 1943, sessantanove anni fa, 1.024 ebrei, di cui 200 bambini, furono rastrellati da un centinaio di soldati tedeschi che avevano per tempo provveduto a circondare il ghetto ebraico romano, dove dal 1555 Paolo IV aveva forzosamente relegato gli sgraditi ospiti. Avvisaglie di quanto stava per accadere vi erano state già quando a fine settembre Kappler aveva preteso dal rabbino capo della Comunità e dal suo presidente 50 kg d'oro, pena la deportazione. La richiesta fu esaurita, seppur con qualche giorno di ritardo, dando agli ebrei del ghetto la fugace illusione di aver ottenuto la salvezza.

Così non fu: quell'enorme quantitativo d'oro preteso era stato solo un raggiro per far consegnare agli odiati nemici le loro ricchezze spontaneamente. Dei 12mila che formavano la comunità romana, 1.024 furono fatti prigionieri e rinchiusi nel Collegio militare di Palazzo Salviati, in via della Lungara. Lì rimasero in attesa due giorni, fino a quando il 18 ottobre vennero trasferiti alla stazione Tiburtina da dove, a bordo di 18 vagoni piombati, raggiunsero il campo di concentramento di Auschwitz. Solo quindici di loro fecero ritorno a casa, di cui una sola donna, Settimia Spizzichino. Nessuno degli oltre 200 bambini ritornò.

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
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