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Crozza:tra comicità e populismo
Sabato 20 Ottobre 2012 15:19

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Oltre cento onorevoli che non avrebbero neppure i requisiti per accedere ad un concorso per bidelli siedono liberamente in Parlamento. A lanciare la provocazione nel corso della sua nuova trasmissione su La 7 è un comico dall'indubbio talento: Maurizio Crozza. Il pubblico presente al teatro sorride ed applaude. Sullo sfondo scorre il bando di un'amministrazione comunale che per l'assegnazione di due posti da collaboratore scolastico prevede tra i requisiti da possedere al momento della presentazione della domanda l'assenza di condanne o procedimenti penali in corso.

Difficile dare addosso a chi si lamenta dello status quo denunciando con dati oggettivi il malcostume della nostra italietta, eppure al sottoscritto la trovata di Crozza non è piaciuta.

Cosa rappresenta essa se non la quintessenza del populismo?

E' senz'altro cosa inaudita e sconcia che condannati o imputati di processi penali siedano in Parlamento non avendo neanche i requisiti per partecipare ad un normalissimo concorso pubblico ma perché denunciare la politica e non il popolo che quella politica ha partorito?

Ringraziando tutti coloro che hanno combattutto e sono morti per un Italia libera dalla dittatura, nel nostro Paese vige un regime democratico, alla luce del quale i cittadini continuano ad eleggere liberamente i propri rappresentanti nelle istituzioni. Ergo se ci sono così tanti imputati in Parlamento la responsabilità non può che essere solo del popolo che li ha votati.

Perché allora Crozza non ha rivolto la sua sferzante ironia nei confronti di quest'ultimo anziché scagliarsi contro un bersaglio tanto facile quanto inutile da colpire?

Al sottoscritto, osservando di sfuggita la grande affluenza di persone accorse ad applaudire il tribuno un tarlo è venuto. Perché inimicarsi, chi ti adula pagando anche il biglietto d'ingresso per sentirsi dire che in fondo se questa politica fa ribrezzo la colpa è solo degli altri e mai la tua? Il vero compito allora di chiunque abbia a cuore il destino del Paese è avere il coraggio di andare oltre l'imperante ipocrisia e scagliarsi contro l'unico vero responsabile del disastro contemporaneo: la maggioranza del popolo sovrano. Quello che ha voluto vent'anni di brerlusconismo con annessa prostituzione di Stato, quello che ha votato "Gigino a purpett" l'impresentabile ex presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro incapace non solo di parlare in inglese ma anche di spiccicare due parole in italiano corretto. Quello che, dopo aver applaudito, il Crozza pensiero è magari già pronto a votare il prossimo inquisito. Purchè paghi bene, of course.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Scritto da Raffaele de Chiara   
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