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IL VALORE DELLA DIVERSITA'
Domenica 25 Novembre 2012 09:19

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Tingersi le unghie delle mani o preferire il rosa all'azzurro per un ragazzo può essere una discriminante; un marchio infamante che può spingere fino al suicidio. E' quanto successo ad un adolescente del Liceo Scientifico Cavour di Roma suicidatosi in seguito ai continui insulti che riceveva da amici e compagni di scuola. Era gay? Forse. Era un etero estroso ed anticonformista? Probabile. Viveva una fase di estrema confusione sessuale tipica di quell'età? Perché no. In ogni caso qualunque sia stata la causa scatenante dei suoi atteggiamenti nulla può giustificare la cattiveria e l'ignoranza di tutti coloro che l'hanno marchiato come un diverso da ostracizzare e deridere.

Sono vissuto in un contesto socio-culturale, per mia fortuna non familiare, dove l'uomo e la donna anziché essere espressione del medesimo concetto, l'umanità, sono considerati come enti totalmente distinti. Ciò che appartiene all'una non può appartenere all'altra.

Per accorgersene basta fare un giro nei paesi dell'agro aversano; borghi meravigliosi spolpati dalla camorra e devastati dall'abusivismo edilizio. Un'interminabile successione di baretti e circoli ricreativi popolati esclusivamente da uomini. Mai una donna, al massimo le si trovano giovani e straniere dietro i banconi a servire caffè e ad assecondare le battute volgari dei loro avventori. Eppure nonostante ciò ho sempre considerato il modus agendi degli individui come una variabile indipendente dal genere sessuale.

Chi ha detto che l'uomo per essere virile debba per forza essere poco curato, rude ed incapace di commuoversi? Mentre la donna debba sempre essere debole, curata e dedita esclusivamente dapprima a soddisfare i piaceri sessuali del marito e poi i bisogni dei figli?

Crescendo, acculturandomi e viaggiando ho c apito che queste non erano astruse mie convinzioni ma solide realtà.

Ad un tratto però ecco che scopro che Roma una delle metropoli del mondo globalizzato possa essere più cinica e retriva dei più arretrati borghi del mezzogiorno.

Ignoranza, cattiveria o più semplicemente uno squallido melting pot di subculture ha ucciso un adolescente di quindici anni.

Chi ha sbeffeggiato quel ragazzo o quanto meno la maggior parte, non l'ha fatto perché vedeva in lui un essere inferiore, l'ignoranza di una certa cultura del sud sono distanti anni luce da lì, ma solo perché appariva diverso. Più mi rapporto agli altri in questa dissennata stagione italiana e più mi accorgo che il confronto è troppo spesso un pretesto per cedere subito alla faciloneria dell'invettiva e dello scontro.

Imparare a scoprire l'estrema ricchezza che può custodire chi la pensa ed agisce in maniera totalmente diversa da sè è la più bella scoperta che un uomo possa compiere nel corso della propria vita.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

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Scritto da Raffaele de Chiara   
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