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Onorati ed orgogliosi per il successo al Liceo Scientifico E. Fermi di Bari
Giovedì 06 Dicembre 2012 18:42

Beniamino

Gentilissime/i,

ancora grazie per la splendida mattinata di ieri al Liceo Scientifico E. Fermi di Bari. Come ho anticipato al telefono, sono molto contento di aver avuto la possibilità di partecipare a un incontro così ben organizzato, dalla vostra associazione, dai docenti, dalla scuola stessa, e di aver potuto esprimere il nostro punto di vista in modo non scontato e retorico grazie alla chiara percezione di un pubblico interessato e non d'occasione. Spero ci possano essere nel futuro altre occasioni                      Beniamino dè Liguori Carino- Fondazione Adriano Olivetti

 

Al Ministro delle Pubblica Istruzione prof. Francesco Profumo

 

<< Nella millenaria civiltà della terra,

il contadino guardando le stelle , poteva vedere iddio,

perché la terra , l'aria, l'acqua, esprimono in continuità uno slancio vitale...

Per questo il mondo moderno avendo rinchiuso l'uomo negli uffici, nelle fabbriche , vivendo nelle

città tra asfalto delle strade e l'elevarsi delle gru e il rumore dei motori e il disordinato

intrecciarsi dei veicoli, rassomiglia un poco ad una vasta dinamica , assordante ostile prigione

dalla quale bisognerà presto o tardi evadere...>>

Adriano Olivetti

Città dell' uomo

Adriano Olivetti è stato un faro per tutta l'industria italiana, un punto di riferimento per tutta la classe dirigente italiana. La massima aspirazione di un laureato o di un giovane diplomato era di poter entrare a far parte dell' universo olivettiano.L' Ing. Adriano Olivetti era una persona geniale. Ricco di umanità, conoscenze, esperienze. Il primo a trasferire nella fabbrica il nido per l'assistenza dei bambini,  pari dignità a donne e uomini . Noi suggeriremmo che la scuola tutta  si impegnasse  a proporre al Ministero dell'Istruzione la realizzazione di un libro di testo da adottare negli Istituti superiori. La lezione di Adriano Olivetti è universale e come tale andrebbe nei i corsi di studio delle scuole superiori.

Ho iniziato a lavorare giovanissimo come tecnico, il mio primo corso a 18 anni alla Castor alle cascine Vica a Rivoli torinese, successivamente alle Industrie Zanussi di Pordenone, conosco la fabbrica con i suoi tempi, con le sue regole , rimasi affascinato nel vedere nascere da lamiere artatamente piegate,splendidi elettrordomestici,  fusioni di metalli colati in stampi, per dare forma e sostanza ai progetti di intere schiere di ingegneri e disegnatori. Ho avuto anche io una lettera 22 completa di valigetta, un'oggetto da sogno, la macchina degli inviati di guerra, così me la immaginai appena avuta tra le mani , pensai immediatamente a Robert Capa, non so se avesse una Olivetti, Indro Montanelli e Pier Paolo Pasolini sicuramente si.

lettera_22

(La letterara 22 viesseux di Pier Paolo Pasolini)

È quasi impossibile trasportare il lettore di oggi nel clima culturale

dell'Italia in cui operò Adriano Olivetti. Tutto ciò che a lui

più interessava – sul piano teorico la sociologia, la filosofia

sociale, l'etica, l'estetica; sul piano pratico la produzione

moderna, il riformismo, la partecipazione dei lavoratori, la pianificazione

territoriale, l'architettura contemporanea, il design –

era ancora sconosciuto nel nostro paese. Tra datori di lavoro e

sindacati persisteva una contrapposizione irriducibile; la politica

era marcata dalla dicotomia tra interclassisimo cattolico e

lotta di classe comunista; la cultura ricalcava questa dicotomia

nel cinema e nella letteratura; l'impresa era inchiodata a relazioni

industriali paternaliste nel migliore dei casi; l'estetica

indugiava nel cattivo gusto degli ingenui stilemi nazional-popolari.

In questo clima complessivo Adriano Olivetti fece una morbida

irruzione, regalando all'industria italiana un primato di tecnologie

avanzate, di raffinatezza formale, di civile convivenza.

(dai Quaderni della Fondazione Adriano Olivetti)

Scritto da Ass. Memnoria Condivisa   
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