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Berlusconi: speccchio dell' italiano medio
Giovedì 13 Dicembre 2012 10:05

Berlusconi_majoret

Il ritorno di Silvio Berlusconi e la sfiducia sostanziale al governo di Mario Monti cui segue l'annuncio delle dimissioni di quest'ultimo dalla carica di presidente del consiglio.

L'Italia onesta o quanto meno quel pochissimo che di essa rimane segue attonita le bizze di un vegliardo cinico ed ammaliatore. Nel mentre l'Europa ed il mondo osservano il teatrino della politica nostrana con ironia e preoccupazione.

 

Silvio Berlusconi sulla scena politica da due decenni qualche mese fa annuncia il proprio ritiro dalla prossima corsa elettorale.

Le primarie, strumento fino ad allora inaudito per il centrodestra sono, secondo il Cavaliere, l'unico grimaldello per mezzo del quale scassinare le ultime resistenze degli italiani e designare il candidato premier da contrappore a Pierluigi Bersani alle elezioni politiche del 2013.

Complice anche la condanna a quattro anni per frode fiscale, il fondatore di Mediaset, nel giro di una manciata di giorni, cambia idea.

Ritira la proposta delle primarie di partito, annuncia la propria candidatura alle prossime elezioni e toglie il sostegno al governo Monti.

Berlusconi anomalia o specchio degli atavici vizi dell'italiano medio?

Nel suo sguardo da commediante, nel livore mostrato al solo pensiero di abbandonare il potere pubblico piegato ai propri interessi, nella finta partecipazione ai problemi veri dei suoi compatrioti non si può che rivedere il quotidiano supplizio di chi, cittadino onesto e privo ormai di speranza alcuna, è perso quotidianamente nel vano tentativo di guadagnarsi un ruolo nella società.

Il venir meno della parola data e la sistematica elusione delle leggi e dei regolamenti non costituiscono forse la normalità nella sgangherata società italiana?

Di cosa stupirsi allora se anche un candidato premier s egue la medesima strada battuta ogni giorno da migliaia di suoi concittadini? Concorsi taroccati, bandi cuciti interamente sulle esigenze dei figliocci della politica o dei vizi di omuncoli privi di scrupoli, puttosto che menzogne condite di cinismo sono il pane quotidiano di chiunque cerchi occupazione in maniera onesta.

E' per questo e per la disillusione che da sempre accompagna tutti i grandi sognatori traditi da una realtà sempre peggiore dei più paurosi incubi che di certo non mi stupisco dell'ultima trovata del satiro di Arcore.

Incuriosito attendo però, l'ennesima prova della rozzezza intellettuale dell'italiano medio. Fino a qual punto appoggerà ancora il proprio pifferaio?

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

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Scritto da Raffaele de Chiara   
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