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L’italia di oggi: “Governi tecnici” e “mignottocrazia”
Domenica 16 Dicembre 2012 10:04

raffa_es

Che gli italiani siano un popolo di Guelfi e Ghibellini sempre pronti a cambiare casacca è una vecchia ed amara verità. Che raggiungano però un simile livello di improntitudine impiastricciata di ignoranza è un maleficio sociale inimmaginabile persino per il più cinico degli osservatori.

Circa un anno fa, Mario Monti l'attuale premier, era da tutti o quasi salutato come il salvatore della patria, l'unica figura in grado, dicevano i più, di traghettare questo sgangherato Paese fuori dalla recessione.

 

Dopo l'adozione di diversi provvedimenti più o meno impopolari, uno su tutti la reintroduzione dell'Imu sulla prima casa, lo stesso è divenuto il bersaglio di qualsivoglia contumelia. All'indomani dell'annuncio delle sue dimissioni da Presidente del consiglio seguito al mancato sostegno parlamentare del Pdl, ecco che nuove e vecchie falene tornano a corteggiare il professore. Dall'altro lato altresì i suoi vecchi sostenitori in maniera più o meno velata bisbigliano lo stupore per la scandalosa candidatura di un "tecnico" a presidente del consiglio.

Un po' di sano ripasso di nozioni di diritto Costituzionale non farebbe male.

In primis nel nostro ordinamento non è ammessa l'elezione diretta del premier, la nomina di quest'ultimo spetta esclusivamente al Capo dello Stato previa verifica della sussistenza del sostegno di una maggioranza parlamentare.

In secondo luogo se anche si volesse sposare l'insana abitudine degli ultimi anni di indicare nei simboli dei partiti il candidato premier, allo stato attuale Monti ugualmente non è candidabile al Parlamento in quanto già senatore a vita.

Da ultimo la nozione "governo tecnico" è totalmente estranea al nostro ordinamento. Tutti i governi per loro natura sono politici, necessitando secondo i l dettato della Costituzione, della fiducia del Parlamento.

Premesso tutto ciò, mi si perdonerà la lezioncina da professore di diritto costituzionale di terz'ordine, di cosa discutono gli italiani in questi giorni?

In cosa consiste lo scandalo di un economista mai occupatosi di politica attiva prima di un anno fa che decide di accettare l'incarico di Presidente del Consiglio e magari di candidarsi alle prossime elezioni non prima di essersi dimesso da senatore a vita?

Davvero questo sciagurato Paese non ha altro di cui occuparsi?

Ci sono donnine elette alla Regione Lombardia che tra una vacanza e l'altra acquistano con i soldi pubblici testi come "Mignottocrazia" di Paolo Guzzanti, piuttosto che una notte in alberghi di lusso per un valore di 800 euro. Eppure tutta l'attenzione è altrove.

Quando osservo ciò capisco perché in questa disgraziata nazione ad averla la meglio sono sempre i ciarlatani, i furbi e le meretrici travestite da professioniste.

"I tecnici" intesi semplicemente come persone acculturate e rispettose delle regole sono figure estranee, atipiche, reietti, da scacciar via con acrimonia. Esattamente come i professionisti di comprovata credibilità internazionale che vorrebbero candidarsi all'elezioni in nome del principio che vuole la politica come servizio e giammai professione.

Povera Italia.

Raffaele de Chiara

 

 

Scritto da Raffaele de Chiara   
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