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Sono un "invidioso sociale"
Sabato 12 Gennaio 2013 09:31

raffa_es

"I super ricchi? Vadano al diavolo" Il leader di Sinistra Ecologia e Libertà qualche giorno fa non ha usato mezzi termini nell'esprimere la propria opinione riguardo i capitalisti dell'Italietta nostrana.

Al di là del significato più o meno evangelico che il seguace di Fausto Bertinotti l'artefice del famoso slogan durante la finanziaria 2007 "Anche i ricchi piangano", ha avuto l'indubbio merito di sollevare nuovamente un'annosa questione: essere ricchi è un merito o una colpa?

La ricchezza come elemento accidentale dell'esistenza umana è l'abc di qualsiasi società democratica.

Nella valutazione di un individuo essere a capo di un'impresa piuttosto che svolgere una mera attività manuale dovrebbe comportare la medesima differenziazione che suscita l'avere i capelli biondi o mori: irrilevante. Potrebbe un imprenditore gestire un'azienda e quindi arricchirsi senza dipendenti? Assolutamente no. Lo stesso dicasi di un gruppo di persone senza capitali e spirito imprenditoriale, il lavoro gli sarebbe impedito.

Peccato però che nello sgangherato Paese in cui viviamo non è così.

Quotidianamente assistiamo agli sproloqui di un signore venuto dal nulla che si vanta di dare lavoro ad oltre 60000 persone salvo poi retribuirne un altro centinaio di donnine pronte e soddisfare alla bisogna gli appetiti sessuali suoi e di altri infoiati settantenni con migliaia di euro mensili o con posti in politica.

Piuttosto che alle carnascalesche uscite verbali di ricchissimi ereditieri che non trovano null'altro di meglio da fare nella vita che rivestire frigoriferi di jeans.... unico merito di quest'ultimi è quello di essere nati figli di tal dei tali.

Se non bastasse tutto ciò in un periodo di crisi economica com'è qu ello attuale il lavoro scarseggia e gli unici a trovare spazio sono i figli, i nipoti e le meretrici di turno dei riccastri nostrani.

A fronte di un simile contesto, estremamente semplificato per motivi di opportunità e spazio, come reagire se non mandando al diavolo la causa della propria rovina?

Mi si tacci pure di essere un invidioso sociale, un incapace accecato dalla gelosia e soffocato dalla bile nel constatare quotidianamente come la ricchezza a differenza del merito è sempre più un valore aggiunto.

Nel contempo però mi si spieghi pure perché a trent'anni suonati, nonostante abbia studiato per oltre venti, con qualche profitto visto che tutti gli esaminatori che di volta in volta mi hanno valutato non mi hanno mai fermato, non abbia diritto ad un lavoro nè ad una retribuzione né tanto meno ad un futuro.

Condannato come gran parte della mia generazione ad osservare rabbioso ed impotente le gigionerie perverse dei nababbi di turno ed il pontificio continuo di "pubbliche mogli" comprate dal denaro e soggiogate dal potere.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Scritto da Raffaele de Chiara   
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