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RICORDARE STANCA
Martedì 05 Marzo 2013 10:29

coco

In anteprima assoluta si trasmette invito presentazione a Milano del libro "Ricordare Stanca" di Massimo Coco in data 14 marzo ore 17.30 presso Urban Center Comune di Milano Galleria Vittorio Emanuele ingresso da Piazza della Scala e da Piazza del Duomo. A tutti un grazie per la divulgazione e un a abbraccio.

A. Iosa

 

Francesco Coco, Procuratore generale della Repubblica di Genova

(luogo e data di nascita) Terralba (CA), 12 dicembre 1908

(luogo e data dell'attentato) Genova, 8 giugno 1976

(luogo e data di morte) Genova, 8 giugno 1976

(descrizione attentato) Due commando, composti da 3 e 2 uomini armati di pistole, compiono la strage agendo separatamente, ma simultaneamente. Il primo gruppo spara al giudice Coco nei pressi della sua abitazione, uccidendolo insieme all'agente di scorta Giovanni Saponara. Poco distante, il secondo gruppo spara all'autista del magistrato che lo sta aspettando: l'appuntato dei carabinieri Antioco Deiana muore seduto al posto di guida.

Il magistrato lascia la moglie Paola e i figli Maria Giovanna, Daniela e Massimo.

(biografia) Negli anni '50 è sostituto Procuratore generale presso la Corte d'Appello di Cagliari, frequentemente impegnato nelle ragioni dell'accusa in numerosi processi per sequestro di persona.

Procuratore generale della Repubblica di Genova affronta con forza ed integrità il ricatto terroristico delle Brigate Rosse che avevano sequestrato il collega sostituto procuratore della Repubblica Mario Sossi. Durante il suo sequestro, la Corte d'Assise di Appello di Genova concede la libertà ad alcuni detenuti subordinandone la scarcerazione alla condizione di effettiva integrità fisica del magistrato Sossi. All'atto della liberazione dell'ostaggio si constata che al magistrato sono state inflitte varie lesioni, tra cui anche la frattura di una costola. Il dr. Coco impugna di conseguenza per cassazione l'ordinanza di scarcerazione ottenendone l'annullamento.

(rivendicazione, autori) Dopo qualche ora gli omicidi vengono rivendicati a Savona con un volantino dal sedicente gruppo "Nuovi partigiani". Alla sera di quello stesso giorno una telefonata anonima afferma che il volantino è un falso e attribuisce la paternità della strage alle Brigate Rosse. In aula di Corte d'Assise di Torino dove si sta svolgendo il processo a carico di esponenti delle Brigate Rosse tra cui Curcio, Franceschini e Ferrari, uno degli imputati legge un messaggio di rivendicazione del triplice omicidio.

Scritto da Massimo Coco   
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