Chi non ricorda il Michele Santoro di Samarcanda, delle inchieste giornalistiche riguardanti le fasce più deboli della società, le interviste, le storie di ordinaria follia raccontate al grande pubblico televisivo. Le riprese fantastiche di alta scuola cinematografica. Chi non ha amato Santoro per il grande impegno civile, per il coraggio. Santoro con il suo impegno civile riscattava gli ultimi, i senza voce, gli sconfitti per mille ragioni. Chi è oggi Michele Santoro? Un anarchico? Un istrione? Enigmatico con quel dito sulle labbra che dice e non dice, che ammicca, che sostiene Grillo che angoscia la Comunità ebraica di Roma, nel distruggere quel poco che resta di un Paese che faticosamente continua a combattere le mafie politiche e non, che stoicamente cerca di resistere alle ingiustizie e alla corruzione dilagante. Fatichiamo a distinguerlo dal male che ha aggredito la democrazia, una cancrena che la sta distruggendo. Il pubblico ride compiaciuto ai lunghi sermoni di Travaglio, alla performance di Berlusconi. Servizio Pubblico, un palcoscenico, uno show lunghissimo, con personaggi scollegati tra di loro, cosa resta nella testa degli italiani alla fine della trasmissione? Samarcanda dava speranza, Servizio pubblico confusione, tanta confusione da non riuscire a distinguere, a farsi una idea. C'è qualcosa di volutamente Kafkiano messo in scena dall' Uomo dalle mille risorse, ma prigioniero di una macchina diventata infernale. Un rifacimento di The Truman Show ?