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Tre leggi per la giustizia e i diritti
Martedì 09 Aprile 2013 07:37

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Tre leggi per la giustizia e i diritti

Proposte di legge di iniziativa popolare su tortura, droghe e disciplina carceraria

di Daniele Oppo

Martedì 9 aprile le piazze dei tribunali saranno occupate dai banchetti della campagna 'Tre leggi per la giustizia e i diritti – tortura, carceri, droghe' con lo scopo di raccogliere le firme in favore di tre proposte di legge di iniziativa popolare sull'introduzione del reato di tortura, legislazione in materia di droghe e disciplina carceraria. A Ferrara sono inoltre previsti altre tre giornate di sensibilizzazione – in cui tornerà anche la cella in piazza (vai all'articolo) – il 24 e 31 maggio e il 7 giugno.

La prima proposta di legge, quella sull'introduzione del reato di tortura nel codice penale "vuole sopperire a una lacuna normativa grave – spiega uno dei promotori dell'iniziativa, Leonardo Fiorentini, durante la conferenza stampa convocata presso la sede della Cgil ferrarese -; l'Italia non lo ha mai introdotto nonostante abbia ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite ormai da più di trent'anni".

Gli fa eco Pietro Pinna dell'Arci che fa riferimento alla vicenda di Federico Aldrovandi: "anche il magistrato disse che, se in Italia ci fosse stato il reato di tortura, forse lo si sarebbe potuto applicare ai quattro poliziotti". Rimanendo per un attimo sul tema Aldrovandi, Pinna ha espresso rammarico verso le parole di Carlo Giovanardi che aveva sostenuto che nella foto di Federico non ci fosse del sangue ma un cuscino: "purtroppo non perde occasione per dire cose inesatte, spiace perché non si rende conto che ogni volta è una ferita in più per una famiglia che ha già sofferto tanto".

Giovanardi non è comunque estraneo alla campagna, dato che una delle tre proposte di legge di iniziativa popolare, quella che riguarda una diversa regolamentazione in materia di droghe, ha proprio l'obiettivo di modificare pesantemente la legge Fini-Giovanardi in quanto causa "di tanta carcerazione inutile". "Proponiamo la depenalizzazione completa del consumo e la non punibilità della coltivazione ad uso personale della cannabis", spiega ancora Fiorentini. Mentre per le altre sostanze stupefacenti e psicotrope, si evince dal testo delle proposte di legge, l'obiettivo è quello di una forte rimodulazione e riduzione delle pene.

Collegato a questo tema affiora anche quello della presenza di tossicodipendenti nelle carceri italiane che, sostiene Fiorentini – sono il 39% della popolazione carceraria, grazie proprio alla legge sulle droghe e un tossicodipendente in carcere costa 350 euro allo Stato, mentre in comunità costa 30-40 euro al giorno". Da qui nasce la problematica della loro riabilitazione che la legge prevede venga svolta in strutture apposite e che genera in Emilia Romagna la paradossale situazione, esposta da Marcello Marighelli, Garante dei diritti dei detenuti, in cui "mille carcerati su 4mila sono tossicodipendenti e i 40 posti disponibili per il trattamento delle tossicodipendenze non vengono neppure sfruttati tutti".

La terza proposta ha proprio l'obiettivo di intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell'affollamento penitenziario, in una situazione nazionale che vede 66mila detenuti per 45mila posti letto – e grazie alla quale l'Italia è da tempo soggetta a condanne e critiche da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo -, prevedendo il carcere come misura cautelare da adottare come extrema ratio, modificando la legge Cirielli sulla recidiva, abolendo il reato di immigrazione clandestina, istituendo un Garante nazionale per i diritti dei detenuti e imponendo una sorta di numero chiuso sugli ingressi in carcere, visto però come una clausola di salvaguardia da utilizzare dopo aver normalizzato tramite gli altri strumenti la situazione dei penitenziari italiani.

Scritto da Daniele Oppo   
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