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La Costituzione violata?
Domenica 21 Aprile 2013 06:31

Marina_Sereni

Ha scritto all'associazione l'On. Marina Sereni e volentieri pubblichiamo

Ciò che è accaduto in questi giorni e' per me motivo di vergogna: nel Pd le divisioni interne hanno portato a bruciare prima la candidatura di Franco Marini e poi, ancora più grave, quella di Romano Prodi. Il segno di una patologia grave, gravissima. Nella prima votazione solo la metà dei nostri Grandi Elettori ha votato ciò che avevamo deciso a maggioranza in un' assemblea travagliata e difficile. Poi, dopo aver applaudito in piedi la proposta di Prodi e averla votata all'unanimità, sono mancati nell'urna cento voti del Pd. Non c'è alcuna giustificazione per tutto questo. Stiamo noi impedendo l'elezione del Capo dello Stato, e si è rotto tra noi il principio di responsabilità e solidarietà. Io voterò - come ho fatto in tutti questi giorni - la proposta che l'assemblea dei gruppi parlamentari nelle prossime ore indicherà democraticamente. Dirò nelle sedi opportune ciò che penso, e ciò che penso non sarà mai frutto di una mia riflessione solitaria, ma del confronto col territorio, con i nostri elettori, che sono stati quasi nove milioni, e che ci dicono tante cose, dal Nord al Sud del Paese. Ma dopo aver detto quel che penso, non voterò come voglio o come mi suggeriscono 100 sms, appelli, mail: rispetterò sempre la decisione della maggioranza. A chi mi raggiunge con ogni mezzo, dal telefono al web, vi ascolterò sempre, ma non ditemi più per chi devo votare. Ditemi, aiutatemi a dire a chi ci ha messo nelle condizioni di vergognarci, che dobbiamo recuperare senso di responsabilità e rispetto verso le istituzioni. E fare nel segreto dell'urna ciò che si decide nel gruppo parlamentare.

raffa_es

"Uno su quattro tra voi è un traditore" Se non fosse per la bonarietà del personaggio sembrerebbe quasi di ascoltare l'ira grottesca di un caudillo di altri tempi. Pierluigi Bersani nella serata di venerdì si è dimesso dalla carica di segretario del Partito Democratico subito dopo aver appreso la notizia della mancata elezione di Romano Prodi a Presidente della Repubblica.

Lo sdegno del leader piacentino è derivato dal fatto che precedentemente l'assemblea del partito aveva votato ad unanimità il nome di Prodi, intenzione poi del tutto tradita dal voto in aula. Al quarto scrutinio il professore ha racimolato circa cento voti in meno del previsto, bruciando di fatto anche il proprio nome, come già successo precedentemente con Franco Marini.

La politica si sa vive di ipocrisie e falsi compromessi ma dinanzi all'ennesimo sfacelo una domanda sorge spontanea: cosa è la Costituzione e cosa rappresenta? E' soltanto uno spunto di riflessione per un agire piegato dalla prassi? Un assieme di direttive neppure troppo vincolanti per dotare la politica di regole più o meno stringenti? O forse molto più realisticamente rappresenta la carta suprema della nostra democrazia fondamento e supporto per qualsivoglia azione politica?

Si legge testualmente all'articolo 83: "Il presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta".

Se uno studente di giurisprudenza al primo giorno di università o un bambino di prima media alle prese con educazione civica mi chiedesse quale figura sta eleggendo il Parlamento in questi giorni avrei grandissima difficoltà a spiegarlo.

"Il candidato del Pd è Franco Marini", "Romano Prodi è il nuovo nome su cui puntano i democratici", "Il movimento cinque stelle indica Stefano Rodotà dopo una consultazione sul web" Sono solo alcuni dei titoli alternatisi con varia fortuna sui mass media nell'ultimo periodo.

Senza timore di smentite, vorrei ricordare al leader uscente del Pd, ed a tutti i politologi e giuristi da strapazzo, che il Capo dello Stato in Italia non è candidabile dai partiti; potenzialmente tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto 50 anni e che non presentino motivi ostativi possono essere eletti. Per non parlare poi del fatto che nessun parlamentare ha un vincolo di mandato.

Senza indulgere troppo in lezioncine di diritto costituzionale di quart'ordine, ad un modestissimo giurista, giornalista e cittadino italiano qual è il sottoscritto la bagarre politica di questi giorni non può che apparire come l'ennesimo stupro sociale del nostro tempo.

Calpestare le regole costituzionali, stravolgerle piegandole al proprio interesse personale fingendo nel contempo l'opportunità e la correttezza di quell'agire, quando sullo sfondo una generazione intera lentamente scompare dilaniata dal pessimismo e dall'assenza di lavoro ha lo stesso disvalore della sottomissione di una donna alla propria libido. Le urla di un amplesso non voluto soffocate dalla voluttà malata di un aggressore che imperterrito crede che in fondo in fondo è quella la regola del giusto vivere, sociale e morale.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

Scritto da On. Marina Sereni e Raffaele de Chiara   
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