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"La Storia siamo noi" cancellata, il futuro dei giovani anche
Venerdì 17 Maggio 2013 16:13

raffa_es

"La storia siamo noi" la nota trasmissione ideata e condotta da Gianni Minoli sulle reti Rai dopo oltre un decennio di successi chiude i battenti. Non per scelta propria né per mancanza di storie da raccontare ma per una decisione aziendale. L'opinione pubblica o per lo meno gran parte di essa grida allo scandalo, Minoli, giornalista di tutto rispetto, senz'altro tra coloro che hanno contribuito a cambiare il modo di fare giornalismo televisivo in Italia, tace.

Del conduttore di Mixer ho un ricordo nitido.

Qualche anno fa ebbi l'onore di confrontarmi con lui in qualità di allievo della scuola di giornalismo di Napoli. Persona squisita e dall'indubbio carisma.

Era il primo giorno di "scuola" e quell'inizio scoppiettante con una personalità che aveva fatto e raccontato la storia del nostro Paese fu per me motivo di orgoglio e sprone a cercare di ripercorrerne in qualche modo le orme.

Il viso rugoso, i capelli ormai radi e quelle pause leggendarie nel racconto dei fatti mi colpirono a tal punto che appena tornato a casa non resistei all'impulso di navigare su internet alla ricerca di tutte le trasmissioni di colui che consideravo ormai un maestro da seguire ed emulare.

Tre anni dopo e con diverse delusioni lavorative alle spalle, dopo aver fortemente ridimensionato l'importanza e l'opportunità delle scuole di giornalismo, il giudizio nei confronti di Minoli e del suo operato non è cambiato ma l'ottica con la quale mi rapporto a determinate problematiche, quella sì è senz'altro diversa.

Indubbio il suo valore, fuori discussione la portata innovativa delle sue trasmissioni ed il giudizio negativo da dare alla decisione di chiudere il suo programma ma c'è qualcosa che dovrebbe indignare ancor di più e che molti fanno finta di non vedere.

Minoli per sopraggiunti limiti di età è ormai un pensionato che ha con la Rai un rapporto da libero professionista, oltre naturalmente a percepire una pensione per il lavoro già svolto.

Non è il solo ovvio, nella medesima situazione si trova anche Bruno Vespa tanto per fare un altro esempio.

A fronte di tutto ciò, è giusto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo sottrarre ulteriore spazio ai tanti giovani di talento ancora in cerca di un'occupazione?

Con tutto il rispetto che devo ad un maestro del giornalismo qual è senz'al tro Minoli, ma davvero su piazza non esiste nessun altro in grado di ripercorrerne in qualche modo le sue orme?

Va bene scandalizzarsi per il mancato rinnovo di un contratto di collaborazione con un guru del giornalismo nostrano ma non è forse ancor più doveroso indignarsi allorquando quotidianamente assistiamo allo scarto di giovani talentuosi semplicemente perchè "non c'è spazio?"

La vecchiaia non è l'anticamera della morte ma neppure può essere considerata l'eterno rifugio per chi, saggio e competente, ebbe la grande fortuna di vivere in un'epoca in cui i giovani avevano ancora la possibilità di dar vita ai propri sogni.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

 

Cara Benedetta Tobagi, caro dott.Gherardo Colombo,Consiglieri RAI. la notizia ci ha lasciati basiti, è possibile che chiude un programma così importante ed istruttivo, premiato ed apprezzato. E' possibile una petizione per convincere i dirigenti a a soprassedere alla chiusura. Noi senza più La storia siamo noi, non è possibile è aberrante! Nessuno ci ha emozionati più dei documentari di Minoli sul terrorismo. Nella speranza di ricevere buone notizie, inviamo carissimi saluti. Mario Arpaia

Egr. Direttore Generale della RAI, dott. Gubitosi 

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Due pesi e due misure, speriamo di sbagliarci,  pensiamo che anche Piero Angela abbia raggiunto i limiti di età,per la sua grande professionalità e bravura non merita la pensione, così noi cittadini che paghiamo il canone possiamo usufruire di un programma altamente educativo. Gradiremmo conoscere il pensiero di Benedetta Tobagi ( Consigliere Rai in quota alla società civile ) in merito alla questione, ieri abbiamo ricevutoassicurazioni dal dott. Colobo che ringraziamo a nome di tutta l'associazione e di quanti hanno scritto, associazioni comprese, condividendo il nostro timore. Immaginiamo i giornalisti della prestigiosa trasmissione con gli scatoloni in mano dispersi nelle stanze di altre redazioni... di viale Mazzini. Ci si stringe il cuore.

Cordiali saluti.

Mario Arpaia

Minoli

ROMA - "'La Storia siamo noi' non è nei palinsesti, questa è la verità". Lo dice Giovanni Minoli all'ANSA dopo le parole del dg Rai. "La Rai - prosegue - puo' fare quello che vuole, ma non si dicano bugie". Minoli definisce poi "illazioni quelle su mie presunte richieste all'azienda". "In un'azienda normale - aggiunge - sarebbe stata la stessa Rai a smentire notizie di questo genere".

"Io non ho chiesto niente e non ho ricevuto nessuna proposta - spiega Minoli all'ANSA -. Sono notizie false, forse Perina vuole preparare la strada a qualche camerata amico suo. Ho dato mandato ai miei legali di valutare se ci sono gli estremi per una querela". "In un'azienda normale sarebbe stata la stessa Rai a smentire notizie di questo genere - afferma il giornalista -. Invece si sostiene che la trasmissione non è chiusa, mentre nei palinsesti approvati dal cda la trasmissione finisce a giugno e poi non c'é più. Certo le cose si possono cambiare, ma al momento la notizia è che la trasmissione non c'é più. La trasmissione è stata chiusa d'imperio e non mi è stato proposto nulla. E non si dica - prosegue - che si privilegiano gli interni perché Vespa non è un interno, Angela non è un interno, è stato preso da fuori il direttore del Tg1, sono stati assunti cinque top manager esterni. A Donat Cattin, pensionato, è stato fatto perché lo ha chiesto Vespa. La Rai può fare quello che vuole, ma non si dicano bugie".

Scritto da Raffaele de Chiara   
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