Lunedì 28 Ottobre 2013 09:01 |
La fragile armonia di una politica ambigua di EUGENIO SCALFARI UN FILM che consiglio a chi mi legge di andare a vedere, ha un titolo che dice già tutto: "La fragile armonia". Si tratta d'un quartetto di archi, un primo violino, un secondo violino, una viola e un violoncello. Suonano meravigliosamente, sono tre uomini e, alla viola, una donna, moglie del secondo violino. Tutti amici tra loro, ma quello che ne assiste l'amicizia è il violoncellista, il più anziano d'età. Ad un certo punto il violoncellista si ammala di Parkinson ed è costretto a ritirarsi. Da quel momento in poi esplodono una serie di tensioni che rischiano di distruggere il quartetto. La storia è questa; non dico il finale che merita d'esser visto e non raccontato. Vi domanderete che diavolo c'entra questo film con l'attualità politica della quale debbo anche oggi occuparmi. La risposta è semplice. La fragile armonia è purtroppo il connotato dell'intera situazione italiana ed anche europea e perfino americana. Coinvolge i governi, i partiti, le società, l'economia, gli operatori della sicurezza pubblica; insomma tutti. Perfino la cultura. Anche la cultura è fragile, la morale pubblica è fragile, i comportamenti pubblici e privati sono fragili. Le cause sono molte. Ma ce n'è una che soverchia tutte le altre e le determina: noi siamo alla fine di un'epoca, quella della modernità, del pensiero profondo che a memoria del passato, vive responsabilmente il presente e costruisce il progetto del futuro. Quest'epoca sta morendo. Durerà a lungo la sua agonia. Come sempre accaduto nella storia. Cambierà il pensiero, cambierà il linguaggio, cambierà il costume e quasi nessuno sembra accorgersene, stiamo vivendo questi cambiamenti che non sono graduali ma radicali e drammatici. Pochi ne sono consapevoli ma i più non lo sono e vivono schiacciati sul presente, senza memoria del passato né speranza del futuro. Non è la prima volta che scrivo queste cose, ma debbo ripetermi per spiegar meglio la diagnosi e la terapia per chi voglia consultarmi come accettabile medico. Non credo siano molti. Manzoni si rivolgeva ai suoi 25 lettori di quel libro, apparentemente semplice ma in realtà difficilissimo, che è "I promessi sposi". Papa Francesco mi ha detto che è uno dei suoi libri preferiti e che già l'ha letto due volte ed ora l'ha ricominciato per la terza rilettura. Questo fatto penso che meriti l'attenzione dei miei 25 lettori. |
Scritto da Quotidiano La repubblica |