Iscriviti alla Newsletter:
Il Futuro è la Pace
Home Notizie Caso Chiarelli, un esposto da Pordenone
Caso Chiarelli, un esposto da Pordenone
Venerdì 24 Gennaio 2014 11:33

Longaronefrana

VISUALIZZA IL PDF

Longarone. Il senatore Sonego (Pd) chiede alla Procura di Belluno di indagare ancora

LONGARONE. «Riaprire il dossier del Vajont è una cosa complicata, ma non ci si può girare dall'altra parte». Il senatore del Pd, Lodovico Sonego, ha presentato un esposto alla Procura di Belluno per una inchiesta che faccia chiarezza sulle dichiarazioni, rese a pochi giorni dal 50* anniversario del disastro, di Francesca Chiarelli: la donna aveva che aveva riportato la testimonianza raccontata dal padre, il notaio di Longarone Isidoro Chiarelli, secondo cui la frana sarebbe stata fatta cadere appositamente dalla Sade, sottovalutando le conseguenze. Dichiarazioni che avevano riacceso vecchie ferite, ma di fronte alle quali secondo Sonego "non si può far finta di nulla". Il senatore Sonego non nega che ci siano difficoltà, a cinquant'anni dalla tragedia, ma ha anche evidenziato che oggi ci sono nuove tecnologie.

Scettico sulle tempistiche delle dichiarazioni, il 50esimo anniversario, è il sindaco di Vajont, Felice Manarin, secondo cui: «è giusto che adesso ci sia una stabilizzazione, ma è anche giusto che si vada alla ricerca della verità. La cosa migliore è che sia fatta una analisi con un occhio ascetico, che non dia adito a nuove diatribe».

Le dichiarazioni del notaio Chiarelli erano state rese note all'epoca del processo, ma non sarebbero state prese in considerazione. Lo si potrà verificare a breve quando, a cura della Fondazione Vajont, saranno messe in rete tutte le carte dei processi tenuti all'Aquila.

Documentazione scoperta in occasione del terremoto che ha colpito la città abruzzese: «E' un archivio diffuso - ha detto Luciano Pezzin -, un obiettivo che ci eravamo prefissati». Sarà utile per fare luce sulle dichiarazioni del notaio? Questo si vedrà, ma Pezzin ha anche sottolineato un altro aspetto: se venisse provato che le frane furono due, come sostenuto dall'Ogs, cadrebbe anche il mancato risarcimento per commorienza di 400 persone. Nel caso in cui una famiglia muoia nello stesso evento, la legge stabilisce che non ci siano eredi perché è impossibile stabilire chi sia morto prima o dopo. «Ma se la frana è scesa in due fasi - ha detto il sindaco - la commorienza non si applica più».

Intanto è attesa per giugno la relazione dell'Ogs di Trieste: «Studi così completi - ha detto Pezzin - non sono mai stati condotti: sono stati ritrovati vecchi sondaggi, prove statiche e tecniche».

Tutti elementi che probabilmente potrebbero essere valutati se il dossier sarà riaperto.

Sonego ha spiegato che prima di presentare l'esposto si è trovato di fronte a un bivio: «C'è preoccupazione nel parlarne - ha detto - per il rischio di riaprire vecchie ferite. Ma c'è la stessa preoccupazione a stare zitti: ma se hai una funzione istituzionale come fai a tacere?». (d.s.)

Scritto da Il Gazzettino   
PDF
Stampa
E-mail
 

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna